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Alessandra Matteuzzi uccisa a Bologna, ultime news

Omicidio Matteuzzi, il killer si appuntava gli strumenti per ucciderla: “Martello, corda e nastro”

La nota emersa dall’analisi del cellulare che Giovanni Padovani, 27 anni, si era appuntato il 20 agosto 2022, tre giorni prima di assassinare a martellate la ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, 56. E alla madre: “Sono entrato nelle telecamere di casa sua”.
A cura di Biagio Chiariello
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"Sono le telecamere di casa sua e ha il suo cellulare in mano. Ero riuscito a entrare nelle telecamere". Lo scriveva Giovanni Padovani il 23 aprile 2022, in una conversazione per messaggi con la madre, dopo averle inviato uno screenshot che ritraeva la ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, mentre guardava il proprio telefono. A quanto pare Padovani, arrestato il 23 agosto a Bologna per l'omicidio della ex, aggravato dallo stalking, era riuscito a trovare un sistema per controllare dal proprio dispositivo le immagini di videosorveglianza della casa di Alessandra.

La chat è agli atti dell'inchiesta della Procura bolognese, che ha fatto analizzare i dispositivi informatici da un consulente tecnico, Angelo Musella. Già ieri sono emersi appunti e note sui propositi omicidi di Padovani, rinvenuti sul suo smartphone. In una di queste, l'uomo scriveva: "Nastro isolante, martello, corda (meglio manette), fai chat inventata tra te e lei dove ti dice di venire a casa sua e portare manette".

Era il 20 agosto 2022, tre giorni dopo avrebbe ucciso l'ex fidanzata proprio a colpi di martello davanti a casa della donna, a Bologna, in via dell'Arcoveggio.

Giovanni Padovani, arrestato per l'omicidio
Giovanni Padovani, arrestato per l'omicidio

Un'altra evidenza che emerge dall'analisi del cellulare eseguita dal consulente tecnico nominato dal procuratore aggiunto Lucia Russo e dal pm Domenico Ambrosino, che indagano per omicidio volontario riguarda le centinaia di ricerche, fatte da inizio giugno 2022 fino poco prima del delitto e trovate nella cronologia web di Padovani: "Uccide ex a sprangate", "Come stordire una persona con una mazza", "Pena omicidio volontario".

Nelle oltre 300 pagine di elaborato emergono molte ricerche di interesse investigativo: "stalking e violenza sulle donne quanti anni di reclusione", "pagare delle persone per picchiare", "che condanna c'è per rapimento", "dove colpire una persona in testa per farla svenire", "posto migliore per nascondersi con una persona morta", "dove è più difficile rintracciare un cadavere", "con un colpo alla testa forte con una spranga riesce poi a urlare", "accoltellamento pena" e altre sul genere.

Padovani cercava anche informazioni sul carcere: "Si può usare il cellulare in carcere", "quante volte si può andare a trovare un detenuto" e "stati dove non valgono le leggi italiane". E due giorni prima del delitto: "per andare in Albania serve il passaporto" o "stati dove non conta la pena di morte". Giovanni Padovani, reo confesso, è in carcere dal giorno dell'arresto, subito dopo il delitto.

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