Omicidio Massimo Melis, la sorella della vittima: “La nostra vita si è fermata ad Halloween 2021”
"Per me è come se fosse sempre il primo novembre". A parlare oggi in corte di Assise a Torino e Monica Melis, la sorella di Massimo, l'operatore della Croce Verde ucciso la notte di Halloween del 2021 con un colpo di pistola alla tempia nella sua auto ferma in un parcheggio, dopo che aveva riaccompagnato a casa l’ex fidanzata Patrizia Cataldo.
La donna è intervenuta come persona offesa al processo contro il presunto killer, il 63enne Luigi Oste, e ha risposto alle domande dell'avvocato di parte civile, Paolo Romagnoli.
"Con i miei figli – ha detto – Massimo è stato uno zio fantastico. Ci vedevamo con frequenza e regolarità. La sua morte ha lasciato me e mia madre mutilate emotivamente. Da quel giorno la nostra vita si è come fermata. Ora mi conforterebbe, anche se confortare non è la parola giusta, conoscere le motivazioni di chi ha commesso questo atto senza senso".
La figura di Massimo Melis è stata ricostruita in aula dalle testimonianze. Un collega lo ha descritto come "una persona di sani principi", che "non beveva e non giocava d'azzardo", che "con noi al lavoro non ha mai avuto nessun problema" e che "non aveva mai detto di sentirsi minacciato da qualcuno".
Luigi Oste ha sempre negato ogni coinvolgimento nella vicenda, ma secondo gli inquirenti avrebbe ucciso Melis perché era amico della donna di cui si era invaghito e che stava, sempre secondo le accuse, sottoponendo a stalking. Il 62enne vive nel quartiere Barriera Milano, lo stesso dove viveva l’operatore della Croce Verde. Ad inchiodarlo un testimone: "Quella sera era armato".