Omicidio Liliana Resinovich, sequestrati al marito 700 oggetti: ci sono coltelli, forbici e un paio guanti

Centinaia di vari oggetti da taglio, come coltelli e forbici di dimensioni e forma diverse, e un paio di guanti.
Sarebbero questi alcuni degli oggetti che la Polizia ha trovato e sequestrato in casa di Sebastiano Visintin, il marito di Liliana Resinovich, iscritto nel registro degli indagati dall’11 aprile per l'omicidio della moglie, scomparsa il 14 dicembre 2021 e trovata morta il 5 gennaio 2022.
La perquisizione è avvenuta martedì 8 aprile e sarebbe durata tutta la notte. La Polizia, su disposizione della nuova titolare dell'inchiesta, la pubblico ministero Ilaria Iozzi, si è presentata in via del Verrocchio, a Trieste, a tarda sera e pare abbia setacciato l'appartamento fino all'alba di mercoledì.
Secondo il quotidiano Il Piccolo, sarebbero addirittura più di 700 gli arnesi sequestrati, insieme a un maglione.
Va ricordato che Visintin aveva un vecchio laboratorio in cui praticava l‘attività di arrotino che aveva trasferito a casa. Dunque molti degli utensili potrebbero essere di proprietà di clienti. L'uomo risulta fino a questo momento l'unica persona indagata.

Il corpo della donna era stato rinvenuto in posizione fetale, chiuso all'interno di grandi sacchi di plastica. Inizialmente la Procura di Trieste aveva aperto un‘indagine per suicidio.
Ma la recente perizia eseguita sui resti della 63enne dall'antropologa forense Cristina Cattaneo a distanza di tre anni dal ritrovamento ha confermato l'ipotesi dell'omicidio, sempre sostenuta dai familiari della donna.
La nuova svolta nel caso è arrivata nei giorni scorsi, a dare la notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati del marito della 63enne è stata la trasmissione Quarto Grado, durante la puntata di venerdì 11 aprile. Stando a quanto si è appreso, Visintin si troverebbe in Austria.
“Questo è un momento delicato, di dolore, sono indagato, ho perso la moglie, in questi anno ho cercato di capire cosa sia successo a Liliana, e trovarmi oggi indagato è la cosa peggiore che potesse capitarmi", ha detto Visintin dopo l'iscrizione nel registro degli indagati.
"Finalmente! Da tre anni aspettavo questo momento. Bene, anche se è sempre troppo tardi perché questa cosa dovevano farla gli investigatori di allora e invece si sono dimostrati almeno negligenti, altrimenti si sarebbero accorti di tutte le incongruenze", ha detto invece Claudio Sterpin, l'"amico speciale" con cui la 63enne avrebbe avuto una relazione.

Sterpin ha anche ringraziato il fratello di Liliana, Sergio, e altri parenti "che si sono sempre battuti in modo forte per evitare la cremazione del corpo di Liliana. Altrimenti il caso non avrebbe mai avuto" questo sviluppo.