Omicidio Khrystyna Novak, confessa il killer Francesco Lupino: “Volevo punire lei e il fidanzato”
"Sì, sono stato io ad ucciderla. Volevo punire lei e il suo fidanzato". Al termine di un interrogatorio durato nove ore Francesco Lupino, tatuatore fiorentino di 49 anni, è "crollato" ed ha confessato di aver ucciso Khrystyna Novak, la 29enne ucraina scomparsa nel Pisano il 2 novembre 2020. Stamattina l'uomo è stato prelevato dal carcere di Sollicciano, dove si trova dal 23 marzo scorso con l'accusa di omicidio volontario, e condotto negli uffici della squadra mobile della Questura di Pisa, dove è stato interrogato dal pubblico ministero Egidio Celano e dal capo della squadra mobile, il vice questore aggiunto Fabrizio Valerio Nocita. Lupino alla fine ha ammesso, alla presenza del suo legale, di aver ucciso la giovane, rendendosi poi pienamente disponibile a collaborare al cento per cento, spiegano dalla Questura, "con gli inquirenti per trovare gli ultimi tasselli della complessa indagine". Quanto al movente del delitto, invece, ancora non è stato ben definito.
La svolta nelle indagini sull'omicidio di Khrystyna Novak è avvenuta il 20 maggio, quando il corpo della giovane, che lavorava in un night di Altopascio (Lucca), è stato trovato avvolto in un cellophane trasparente e chiuso con il nastro adesivo in un casolare abbandonato tra la vegetazione della campagna circostante Orentano, la località di Castelfranco di Sotto (Pisa), dove la 29enne viveva insieme al fidanzato, Airam Gonzalez Negrim, un imprenditore di 41 anni di origini spagnole. Quest'ultimo, secondo quanto da lui confessato, era un ex socio in affari legati al traffico illecito di droga dell'assassino. Il corpo venne scoperto dopo una battuta effettuata dagli agenti del commissariato di Pisa nelle vicinanze del punto in cui il cellulare della giovane donna aveva smesso di trasmettere segnali il giorno della sua scomparsa. Il cadavere è stato riconosciuto dell'anello che le era stato donato dal fidanzato e che lei portava non all'anulare ma al dito medio. A un paio di chilometri di distanza dal casolare, nel Canale Imperale, è stata rinvenuta, avvolta nel fango, anche una pistola. Secondo gli investigatori della squadra mobile della questura pisana, Novak sarebbe stata ferita con due colpi di arma da fuoco la notte del 2 novembre: a sparare sarebbe stato Lupino che si sarebbe disfatto subito dopo del corpo nascondendolo nel casolare distante una manciata di chilometri dalla casa della ragazza ucraina. La ricostruzione degli inquirenti ha ora trovato conferma nella confessione resa da Lupino al pm.