Omicidio Ilenia Fabbri, la figlia: “Mio padre voleva spaventarla, non ucciderla”
Difende suo padre nonostante un momento iniziale di incertezza. Aveva detto di non credere più a nessuno, poi non è riuscita a far crollare in così poco tempo le sue certezze e ad assimilare la possibilità che il padre potesse essere il mandante di un omicidio. Soprattutto se la persona uccisa è sua madre. "Il problema è Pierluigi Barbieri" ha affermato Arianna, la figlia di Ilenia Fabbri, uccisa nella sua abitazione di Faenza, in via Corbara, all'alba del 6 febbraio. Arianna Nanni era in macchina con suo padre la mattina dell'omicidio: i due erano diretti verso Milano per l'acquisto di un'auto, poi la compagna della 20enne aveva chiamato, raccontando che in casa c'era qualcuno che aveva aggredito Ilenia. Nanni aveva fatto inversione verso Faenza, mostrandosi estremamente spaventato per tutto il viaggio.
Alla fine, gli inquirenti lo hanno accusato di aver commissionato l'omicidio per futili motivi. Barbieri ha ammesso tutto, mentre Nanni ha confermato solo di aver assoldato l'uomo per spaventare l'ex moglie, non per ucciderla. Così ha scritto una lettera alla figlia, sostenendo la stessa versione dei fatti. "Mi ha scritto una lettera in cui mi spiega che mi vuole bene – racconta Arianna – Non voleva ucciderla, lui me l'ha detto. Ha sbagliato a fare questa cosa ma il problema non è mio padre, il vero problema è Barbieri Pierluigi".
Con il mandante dell'omicidio, Arianna non ha avuto modo di confrontarsi. Non lo conosce, così come non lo conosceva Ilenia: la sua frequentazione era esclusivamente con Nanni, con il quale scambiava messaggi e si incontrava in luoghi come distributori di benzina e bar fuori mano. I due sembravano avere un progetto in cantiere da tempo: era l'aggressione ad Ilenia poi sfociata nell'omicidio del 6 febbraio. Barbieri racconta di averlo fatto con la promessa di 20.000 euro e un'auto. Il movente è economico: l'ex moglie gli aveva intentato una causa di lavoro.