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Omicidio Garlasco: spuntano foto di Stasi con segni di colluttazione

Gli scatti fatti dai carabinieri poco dopo l’omicidio di Chiara Poggi non furono presi in considerazione dagli inquirenti, ma ora la Procura vuole fare chiarezza sul caso.
A cura di Antonio Palma
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A sette anni dal delitto di Chiara Poggi nuovi particolari emergono dalle indagini disposte dalla Corte d’Assise d’Appello nel processo d’appello bis a carico di Alberto Stasi, fidanzato della vittima all'epoca dei fatti e da sempre unico imputato del delitto. Dopo le tracce maschili sulle unghie di Chiara Poggi, dagli accertamenti infatti sono spuntate anche due nuove foto dell'epoca nelle quali si noterebbero graffi sul braccio di Alberto Stasi, possibile segnale di una colluttazione. Le immagini ora all'attenzione del sostituto procuratore di Milano Laura Barbaini nell’ambito del processo di appello bis, sono state scattate dai carabinieri di Garlasco in provincia di Pavia subito dopo il ritrovamento del cadavere della 26enne. Si tratterebbe di foto fatte autonomamente al fidanzato di Chiara da uno dei brigadieri in servizio, prima del'interrogatorio e mentre gli inquirenti eseguivano i primi rilievi in casa della ragazza uccisa. Ad attirare l’attenzione del carabiniere pare furono proprio quei segni superficiali sulla pelle, simili a graffi, e per questo decise di fotografarli.

Le foto di Stasi mai prese in considerazione

Le immagini in questione finirono nel fascicolo processuale, ma non furono mai considerate fondamentali dagli inquirenti, ora invece secondo indiscrezioni sarebbero state ripescate dal procuratore generale Barbaini che si occupa dell'accusa. A quanto si apprende, infatti, il magistrato sarebbe intenzionato a valorizzare anche questo indizio a carico di Stasi almeno per chiedergli il motivo di quei segni. In questo senso il Pm ha anche sentito come teste il brigadiere che fece quegli scatti e che fu il primo a parlare con Stasi dopo l'omicidio della sua fidanzata. Le indagini sull'omicidio di Chiara Poggi comunque proseguiranno anche attraverso l'ascolto di testimoni in vista della ripresa del nuovo processo d’appello.

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