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Omicidio Faenza, la figlia di Ilenia Fabbri ci ripensa: si costituirà parte civile contro il padre

L’avvocata che assiste la 21enne Arianna: “Aveva bisogno di credere nella sua innocenza, poi ha prevalso la ragione. E’ stata seguita da uno psicologo nel percorso”. La giovane avrebbe così deciso di costituirsi parte civile anche contro il padre (accusato di essere il mandante dell’omicidio della moglie Ilenia Fabbri) nel futuro processo.
A cura di Biagio Chiariello
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Ilenia Fabbri
Ilenia Fabbri

Dopo l’omicidio della madre Ilenia Fabbri e l’arresto del padre Claudio Nanni accusato di essere il mandante, la figlia Arianna era rimasta sola. In un primo momento aveva preso le difese del padre: "Non c’entra, non l’avrebbe mai fatto, anche lui si è vesto crollare il mondo addosso”. Adesso però, a 5 mesi di distanza, qualcosa sarebbe cambiato. La 21enne infatti "sta rivalutando la vicenda in modo critico, come non aveva mai fatto prima". Lo rende noto l'avvocato della ragazza, Veronica Valeriani.

L'omicidio di Ilenia Fabbri e l'arresto del marito Claudio Nanni

Ilenia Fabbri aveva 46 anni quando è stata sgozzata nel suo appartamento di via Corbara a Faenza, nel Ravennate, il 6 febbraio scorso. Imputato è il 53enne Pierluigi Barbieri, alias ‘lo Zingaro’, originario di Cervia ma domiciliato nel Reggiano, esecutore materiale. L'uomo aveva confessato il delitto facendo il nome di Claudio Nenni come mandante. "Doveva solo spaventarla, non ucciderla", aveva poi detto il marito della vittima ai magistrati. "Il babbo non può aver fatto uccidere la mamma, non l'avrebbe mai fatto, anche lui si è visto crollare il mondo addosso", aveva ribadito Arianna anche dopo l'arresto di Barbieri.

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Perché la figlia ha deciso di costituirsi parte civile

Come riportato da Il Corriere della Sera, però, proprio mentre la procura di Ravenna ha chiuso l'indagine e chiesto il giudizio immediato per i due indagati, "la figlia sta rivalutando la vicenda in modo critico" e avrebbe deciso di costituirsi parte civile anche contro l'uomo nel futuro processo. Il cambio di approccio "è maturato dopo un lungo e sofferto percorso nel quale la ragazza è stata seguita da un terapeuta che l'ha portata alle attuali scelte", precisa il legale. Arianna ha invano e più volte chiesto al pm di incontrare il padre in carcere, istanze sempre negate "perché lei è testimone e parte offesa, ci ha sempre risposto il magistrato".

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