Omicidio di Sabine Maccarrone, annullato l’ergastolo per Gianni Melluso: torna libero
"Assolto per non aver commesso il fatto". La corte d'assise d'appello di Palermo ha annullato la pena inflitta in primo grado a Gianni Melluso, detto ‘Gianni il bello', condannato in primo grado per l'omicidio della povera Sabine Maccarrone, la 39enne italo-svizzera trovata cadavere il 16 aprile 2007 dentro un pozzo artesiano a Mazara del Vallo. La corte ha contestualmente disposto anche la scarcerazione del pluripregiudicato noto anche per il suo coinvolgimento nella tragica vicenda giudiziaria di Enzo Tortora, ingiustamente accusato di collusione con la camorra e traffico di droga. Melluso fu, infatti, uno dei suoi più feroci accusatori del conduttore di ‘Portobello', che morì un anno dopo la sua assoluzione.
Perché Gianni Melluso è stato assolto
Melluso, originario di Sciacca, ma cresciuto a Milano, già condannato per rapine, droga e sfruttamento della prostituzione, era stato accusato di essere il mandante dell'omicidio di Sabine da Giuseppe D’Assaro, un pregiudicato già condannato a 30 anni per lo stesso delitto e noto per aver rilasciato dichiarazioni sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, la bimba scomparsa a Mazara del Vallo il 1 settembre 2004. D'Assaro che è sposato con una zia di Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise Pipitone (accusata e assolta per il sequestro della piccola), ha poi ritrattato quelle dichiarazioni.
L'unico elemento contro Melluso erano le dichiarazioni di Assaro, nella cui proprietà è stato trovato il corpo di Sabine che era legata sentimentalmente al Melluso. Secondo D'Assaro, Gianni il Bello l'avrebbe uccisa per gelosia dopo aver saputo del suo flirt con un altro. Sabine è stata uccisa con diversi colpi alla testa e poi gettata nel pozzo.