Omicidio di Perugia, il padre di Sollecito accusa la Cassazione: “Enormi inesattezze”
La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio le assoluzioni pronunciate in appello per Amanda Knox e Raffaele Sollecito, accusati di aver ucciso, con l'aiuto di Rudy Guede, la studentessa inglese Meredith Kercher nel novembre 2007 a Perugia. Ma secondo il padre dell'ingegnere pugliese i giudici della Suprema Corte hanno commesso "enormi inesattezze". Francesco Sollecito lo ha detto a Studio Aperto, secondo quanto rende noto l'ufficio comunicazione di Mediaset. "Non abbiamo mai voluto nascondere la verità, noi abbiamo voluto sempre si facessero tutti gli approfondimenti di questo mondo e dell'altro, proprio perché ci fosse l'evidenza assoluta della estraneità completa di Raffaele nella morte della povera Meredith" ha detto il padre di Raffaele. Le sue sono parole decise: "Noi abbiamo chiesto tutto abbiamo chiesto una perizia sul computer, noi abbiamo chiesto tutto quello che era possibile e anche inimmaginabile chiedere, ci è stato posto un muro davanti – aggiunge amaro – che non siamo riusciti a superare in nessun modo".
Ad ogni modo assicura che il figlio sarà presente al nuovo processo che avverrà a Firenze e che "non ha nessuna intenzione di sottrarsi alle udienze. Sono un cittadino italiano a cui dai suoi genitori è stato insegnato di avere il massimo rispetto per le istituzioni ed avere alto il senso dello Stato. Ma è proprio questo rispetto per le istituzioni e questo alto senso dello Stato che mi è stato inculcato che non mi permette di sottacere a delle enormi inesattezze che sono state scritte dalla suprema Corte di Cassazione". Il signor Sollecito ha parlato anche dell'incontro di qualche giorno fa tra Raffaele ed Amanda nei Stati Uniti, spiegando che i due ragazzi "hanno approfittato dell'occasione per rivedersi. È chiaro che sono due ragazzi che hanno passato degli anni terribili e quindi che poi alla fine cerchino conforto l'un l'altro mi sembra una cosa, oltre che umana, scontata".