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Omicidio di Ostia: Mario Broccolo ritratta: “Non ho ucciso io Alessandra”

Il gip ha convalidato l’arresto del pittore, accusato di avere ucciso a coltellate la sera di giovedì scorso Alessandra Iacullo. L’uomo però non risponde al giudice. Ecco cosa ha detto al suo avvocato.
A cura di Biagio Chiariello
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"Giovedì sera ho incontrato Alessandra per poco tempo fuori dal bar, era furibonda per questioni lavorative: non era stata pagata ed era stata licenziata. Non sono stato io ad ucciderla". E' il sunto di quanto detto da Mario Broccolo, nel corso dei due incontri avuti con il suo avvocato Gianluca Anastasio. Broccolo è detenuto nel carcere di Regina Coeli perché accusato di essere l'assassino di Alessandra Iacullo, la 30enne trovata cadavere lo scorso 2 maggio in via Riserva del pantano a Dragona. Il pittore di 50 anni, con il quale la vittima avrebbe avuto una breve relazione qualche mese fa, si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip Simonetta D'Alessandro.

"Era Alessandra a cercami per telefono" – "Non c'è alcun movente credibile – ha detto il legale dell'uomo – Avevano un rapporto libero ed occasionale. Tra loro non c'era una relazione morbosa". L’avvocato spiega che era ”la ragazza a cercare telefonicamente Broccolo. Anche la sera dell’omicidio era stata la ragazza a recarsi al bar dove si trovava Il mio cliente”. Tra loro due infatti, a detta di Broccolo, era rimasto un rapporto di amicizia. Anastasio aggiunge che Broccolo ha raccontato che, quella sera, Alessandra sembrava agitata per problemi lavorativi: "dopo il licenziamento, non le era stata pagata la liquidazione e stava contattando diverse persone perché intercedessero per farle avere il dovuto".

Il giallo della sim preintestata – Dunque Mario Broccolo ammette di avere incontrato la sera del 2 maggio scorso Alessandra Iacullo al bar ma nega di essere l’autore dell’omicidio. Quella sera, secondo quanto si apprendere da ambienti investigatori, il pittore avrebbe parlato a telefono con una ragazza tramite un apparecchio con una sim card preintestata. ”E’ intestato ad un cittadino del Bangladesh – ha aggiunto l’avvocato – ma gli inquirenti ritengono che fosse nella disponibilità del mio assistito in quanto memorizzato nella sim della ragazza sotto la voce ‘mariuccio’. Bisogna però considerare che in un altro telefono della ragazza era sotto la voce ‘giuseppina”’.

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