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A 19 anni uccide il padre per difendere la madre: le violenze duravano da anni, lei aveva un’app salvavita

Milka Panic aveva scaricato sul suo telefono Where Are U, un’app salvavita sviluppata per contattare il 112 in caso di emergenza, inviare la posizione esatta e attivare una richiesta di soccorso anche senza parlare.
A cura di Davide Falcioni
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A sinistra, Bojan Panic, 19 anni.
A sinistra, Bojan Panic, 19 anni.

All'apparenza Milka Panic era una donna solare e serena. Ma dietro quell’immagine pubblica si celava un inferno domestico che solo i figli e alcuni familiari conoscevano. Da anni, infatti, Milka conviveva con il controllo ossessivo e la crescente violenza del marito Simeun. Un’escalation di minacce e tensioni culminata nel tragico epilogo dell’altra notte, quando l'uomo è stato accoltellato a morte dal figlio Bojan, di 19 anni. Il ragazzo sarebbe intervenuto per difendere la madre che stava subendo un’aggressione nella sua casa di Mezzolombardo.

Stando a quanto accertato dagli inquirenti l’uomo, schiacciato dall’alcol e da una gelosia morbosa, aveva trasformato la vita di Milka e dei loro figli in un incubo quotidiano. A testimoniare il terrore vissuto all’interno delle mura domestiche sono state le parole della stessa Milka ai carabinieri, raccolte nei mesi prima del dramma: "Le minacce erano come il buongiorno del mattino". Malgrado ciò, fino all’ultimo la donna aveva tentato di mantenere la calma, rassicurando chi le stava vicino, persino il figlio maggiore Bojan che, preoccupato, le aveva suggerito di rivolgersi alle forze dell’ordine.

Che Milka fosse molto preoccupata lo dimostra un altro dettaglio rivelato dal Corriere: giovedì pomeriggio, poche ore prima della tragedia, aveva scaricato sul suo telefono Where Are U, un’app salvavita sviluppata per contattare il 112 in caso di emergenza, inviare la posizione esatta e attivare una richiesta di soccorso anche senza parlare. Un gesto di disperata prudenza, che racconta molto dello stato di allerta nel quale viveva la donna.

Un'allerta decisamente giustificata: la sera stessa, infatti, Simeun è rientrato a casa ubriaco e ha dato l’ennesimo sfogo alla sua rabbia. I figli lo hanno implorato di smettere. Milka, con il telefono vicino al letto, forse sperava di avere il tempo di usarlo. Ma nella notte l’aggressione, l’ennesima e l’ultima, ha scatenato la reazione di Bojan, che ha accoltellato a morte il padre.

L’indagine, affidata ai carabinieri, sta facendo emergere una lunga storia di soprusi: coltelli nascosti in casa per paura che potessero diventare strumenti di violenza, una porta della cameretta scardinata in un impeto di rabbia, una gelosia diventata ossessione. Una famiglia in fuga da un uomo che voleva controllare tutto: messaggi, spostamenti, persino i momenti di svago.

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