Omicidio di Melania Rea: pronti i risultati dell’autopsia
La si attendeva per fine mese e, invece, il 14 luglio il medico legale Adriano Tagliabracci ha depositato la relazione finale sull'autopsia di Melania Rea. Ieri, contestualmente alla richiesta d'arresto per Salvatore Parolisi, è venuto fuori il primo dettaglio contenuto nelle analisi di Tagliabracci, ovverosia l'orario del delitto. Il medico legale fa risalire l'aggressione della Rea in un orario compreso tra le le 14.30 e le 15.30, presso il bosco di Ripe di Civitella, dove è sttaa ritrovata senza vita due giorni dopo.
ARMA DEL DELITTO Melania sarebbe stata colpita con due oggetti differenti: un coltello e un oggetto contundente. Sul corpo della giovane mamma di Somma Vesuviana, inoltre, è stato possibile riscontrare la presenza di colpi inferti post mortem. Ma il killer di Melania non si è accanito sul suo corpo esanime contestualmente all'aggressione: piuttosto il medico legale colloca le ferite postume in un arco temporale più vicino al giorno del ritrovamento. Ciò vuol dire che dopo aver ucciso Melania, l'omicida ha avuto la possibilità di ritornare nel bosco delle Casermette e di infierire nuovamente sul suo corpo senza vita. In particolare, le ferite successive, quelle inferte col punteruolo, secondo gli inquirenti avevano come chiaro obiettivo quello di depistare le indagini, così come la svastica e la siringa conficcata sul corpo della Rea.
COME E' MORTA MELANIA? Nessuno dei colpi inferti è stato letale per Melania; la moglie di Salvatore Parolisi, infatti, è deceduta per anemia emorragica acuta. Tagliabracci ritiene che la morte di Melania sia avvenuta due ore dopo l'ultimo pasto, o forse una, tenendo conto dell'azione della caffeina (la donna aveva bevuto un caffé), e presumibilmente tra le 14.20 e le 14.30 del 18 aprile. Prima di morire non aveva assunto alcool e non aveva avuto rapporti sessuali forzati.
L'AGGUATO L'autopsia sembra confermare l'ipotesi della tecnica militare "assalto alla sentinella". L'omicida l'ha aggredita alle spalle, cercando di colpirla con un coltello alla gola. Nel referto si legge: l'assassino ha tentato di "scannarla". La donna, però, in un primo momento è sfuggita alla furia dell'omicida. Mentre si dileguava dal suo carnefice, nella fuga Melania è caduta a terra supina. Una volta "fuori combattimento", il killer ha potuto aggredirla indisturbatamente.
Chi ha ucciso Carmela Melania Rea?
I DNA PRESENTI SUL SUO CORPO Sul corpo di Melania Rea non è stata trovata traccia del dna di Salvatore Parolisi. Parti del corredo genetico del caporal maggiore sono state rinvenute soltanto nella bocca della donna, probabilmente dopo un bacio. Sotto l'unghia dell'anulare sinistro, invece, Melania custodiva il DNA di una donna. Un dettaglio che, a detta dei difensori di Salvatore Parolisi, mina le basi dell'intero castello accusatorio.