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Omicidio di Maria Chindamo, pentito rivela: “Uccisa, schiacciata col trattore e data ai maiali”

Il collaboratore di giustizia Antonio Cossidente ha riferito che il 6 maggio del 2016 Maria Chindamo, imprenditrice di Laureana di Borrello, in provincia di Reggio Calabria, venne uccisa, fatta a pezzi con un trattore, infine data in pasto ai maiali. La donna si sarebbe rifiutata di cedere un terreno al confinante Salvatore Ascone, legato a un potente clan della ‘ndrangheta.
A cura di Davide Falcioni
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Clamorosa svolta nelle indagini sulla scomparsa di Maria Chindamo, imprenditrice di Laureana di Borrello, in provincia di Reggio Calabria, sparita improvvisamente il 6 maggio 2016 mentre si trovava nella sua tenuta agricola di Limbadi, nel Vibonese. Il collaboratore di giustizia Antonio Cossidente, 55enne di Potenza, ha infatti rilasciano nuove rivelazioni alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, che sta indagando sulla vicenda. L'uomo ha condiviso la detenzione in carcere con Emanuele Mancuso, leader dell’omonimo clan di Limbadi, fra i più importanti della ‘ndrangheta, e da quest’ultimo avrebbe saputo che Maria Chindamo quel giorno di quasi cinque anni fa venne uccisa, fatta a pezzi con un trattore, infine data in pasto ai maiali. L'omicidio – stando a quanto riferito dal collaboratore di giustizia – sarebbe stato commesso a causa del rifiuto della donna di cedere i propri terreni di Limbadi al confinante Salvatore Ascone, detto “U pinnularu”, considerato legato al clan Mancuso e già arrestato per il delitto ma poi scarcerato dal Tribunale del Riesame.

"Mancuso mi disse – riportano i verbali – che per la scomparsa della donna, avvenuta qualche anno fa, c'era di mezzo questo Pinnolaro che voleva acquistare i terreni della donna, in quanto erano confinanti con le terre di sua proprietà". Il collaboratore di giustizia aggiunge inoltre: "Emanuele Macaluso mi ha detto che in virtù di questo l’ha fatta scomparire lui, ben sapendo che se le fosse successo qualcosa, la responsabilità sarebbe certamente ricaduta sulla famiglia del marito della donna, poiché l’uomo dopo che si erano lasciati, si era suicidato". Tremendi i metodi per far sparire il corpo di Maria Chindamo. "Mi disse che la donna venne fatta macinare con un trattore o data in pasto ai maiali".

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Al momento la Dda, coordinata dal procuratore Nicola Gratteri, ha messo al vaglio le dichiarazioni di Cossidente. Secondo il collaboratore di giustizia, il corpo della Chindamo sarebbe stato fatto sparire il 6 maggio del 2016 – in concomitanza con il suicidio dell’ex marito della donna – per depistare le indagini e far ricadere i sospetti del delitto sulla famiglia dell'uomo.

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