Omicidio di Clara Ceccarelli, l’ex rischia l’ergastolo. Si cerca l’arma del delitto
L'assassino di Clara Ceccarelli non avrà alcuno sconto di pena. Per Renato Scapusi la Procura ha scelto la linea dura: l'artigiano genovese di 60 anni ha confessato di aver ucciso la sua ex compagna Clara all'interno del suo negozio di calzature in via Colombo, a Genova. Per Scapusi vi sono almeno due aggravanti: premeditazione e crudeltà. Due accuse che sarebbero da ergastolo. Secondo le indagini delle forze dell'ordine, infatti, Scapusi avrebbe organizzato il delitto nel dettaglio. Dovrà quindi presentarsi davanti alla Corte d'Assise, sempre se il giudice per l'udienza preliminare decreterà il rinvio a giudizio condividendo le aggravanti proposte dal pm. Resta però quella premeditazione, secondo le indagini: si sarebbe posizionato ore prima davanti al negozio, secondo quanto confermano anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza, e si sarebbe procurato un coltello. L'arma al momento non è stata ancora trovata, ma si sarebbe recato nei pressi del negozio già provvisto di quella lama di circa trenta centimetri con la quale ha infierito sul corpo della ex compagna.
Sarebbe emerso inoltre che l'uomo avrebbe chiuso la vittima all'interno del negozio, proprio per evitare che fuggisse. Questo aggraverebbe ulteriormente l'ipotesi di premeditazione. Nel frattempo, però, si indaga su altri aspetti della vita di Scapusi. In particolare, sotto la lente d'ingrandimento, vi sono i diversi tentativi di suicidio: il compito di chiarire questo dettaglio spetta allo psichiatra Gabriele Rocca che dovrà effettuare la perizia sull'artigiano per appurarne la capacità di intendere e di volere.
Nel frattempo gli amici della Ceccarelli hanno aperto una pagina facebook per offrire sostegno alla persona più fragile in questo momento: il figlio disabile di 30 anni della donna uccisa. Collaborano con il Centro antiviolenza Mascherona per un'iniziativa in suo ricordo che però è ancora da definire nel dettaglio. Il tutto sarebbe programmato per l'8 marzo, giorno in cui anche la panchina posta davanti al negozio sarà completamente tinta di rosso. Lì era solito sedere il padre di Clara nei pomeriggi in cui l'accompagnava a lavoro per aspettarla e prendere il sole prima di tornare insieme verso l'appartamento nel quale convivevano da quando la relazione di lei era finita.
Davanti alla saracinesca aumentano i fiori, i bigliettini, palloncini e pensieri per Clara. Le attiviste di "Se non ora quando" hanno annunciato che d'ora in poi organizzeranno proprio qui davanti le prossime iniziative. Il negozio era poco lontano dal centro antiviolenza Mascherona di piazza Colombo. Così vicino, eppure Clara non aveva mai sospettato cosa potesse accaderle. Solo qualche giorno prima, invece di dirigersi verso il centro antiviolenza, aveva deciso di pagarsi il funerale per non gravare sul padre e sul figlio.
La scientifica torna sul luogo del delitto
Gli agenti della scientifica sono tornati nel negozio di via Colombo. Hanno dovuto rimuovere i mazzi di fiori e lo striscione lì apposto per effettuare nei locali di Jolly Calzature altri rilievi per il proseguimento delle indagini. In particolare si cerca l'arma del delitto con cui Renato Scapusi, 60 anni, ha infierito sulla sua vittima. Sul corpo di Clara sono state trovate decine di ferite disseminate tra schiena, petto, stomaco, braccia e collo