Omicidio dell’ex insegnante Natalia Chinni, indagato il vicino: “Ero con mia moglie, non l’ho vista”
"Per tutto il pomeriggio sono stato con mia moglie. Eravamo fuori a sbrigare alcune faccende. Non so nulla sulla morte di Natalia Chinni". L'unico indagato per l'omicidio dell'insengante 72enne uccisa venerdì pomeriggio nella sua seconda casa di Santa Maria Villiana di Gaggio Montano, sull'Appennino bolognese, è stato ascoltato dagli inquirenti per ore. Il vicino di casa della donna sostiene di avere un albibi e si ritiene innocente. La donna, secondo le forze dell'ordine, è stata uccisa a colpi di arma da fuoco. Non vi sono in casa segni di effrazione e amici e parenti più stretti dell'insegnante sono stati ascoltati prima di iscrivere nel registro degli indagati il vicino per omicidio aggravato per futili motivi. A trovare il corpo di Chinni è stato il figlio che ha subito chiamato le forze dell'ordine. La frazioncina dell'Appennino conta nemmeno un centinaio di badanti, eppure tutti sostengono di non aver mai visto nulla dell'omicidio. A mancare all'appello anche l'arma del delitto, sulla quale le forze dell'ordine non hanno ancora alcuna sicurezza.
Secondo il pm Gustapane, il principale sospettato è il vicino di casa della seconda abitazione a Gaggio Montano. Nei suoi confronti è stata effettuata una perquisizione dopo averlo ascoltato per ore in caserma. Nell'abitazione, secondo le prime indiscrezioni, non è stato trovato alcun oggetto o dettaglio incriminante. Le indagini però si concentrano sulle liti tra compaesani: quasi sempre alla base vi sono motivi futili riguardanti confini e terreni. Le continue discussioni avevano distrutto alcuni rapporti. Per questo motivo gli inquirenti stanno provando a ricostruire le ultime ore di vita dell'insegnante 72enne, tessendo nuovamente tutta la rete di incontri delle ultime 24 ore.
Sono ancora pochi gli indizi di colpevolezza nei confronti del vicino di casa. Così pochi che gli inquirenti non hanno neppure fornito particolari dettagli a riguardo: l'uomo è iscritto al registro degli indagati per omicidio, ma resta a piede libero. L'arma del delitto, che con tutta probabilità è un fucile da caccia, non è ancora stata trovata dagli inquirenti neppure nel corso della perquisizione domiciliare. L'indagato si dichiara innocente sostenendo di non esser mai stato a casa in quelle ore. Resta da verificare ora l'alibi fornito dall'indiziato.