Omicidio dell’arbitro De Santis e della compagna: “Colpiti con ferocia con coltello da macellaio”
Colpiti a più riprese con ferocia inaudita e con un’arma bianca tutt’altro che comune: un coltellaccio da macellaio che ha inferno ferrite tremende, così secondo i primi rilievi dell’autopsia sarebbero stati uccisi l’arbitro Daniele De Santis e la compagna Eleonora Manta, la coppia ritrovata cadavere in una pozza di sangue lunedì sera sul pianerottolo della loro casa a Lecce. Un elemento che conferma la premeditazione del sanguinoso duplice omicidio ma anche la freddezza del killer che sicuramente avrà dovuto nascondere la grossa lama prima e soprattutto dopo l’aggressione, probabilmente ancora sporca di sangue. Del resto le grosse chiazze di sangue sparse sulle scale del condominio di via Montello avevano già segnalato la violenza con cui è stata condotta l’azione omicida.
Lecce , autopsia sui cadaveri prosegue anche oggi
L'autopsia avviata ieri sui corpi di Daniele De Santis e della fidanzata Eleonora Manta nella camera mortuaria dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce, comunque proseguirà anche nella giornata di oggi. Il medico legale, dopo aver cercato tracce biologiche sui corpi si concentrerà ora sulle ferite inferte a le vittime che aiuteranno gli inquirenti a ricostruire la dinamica dell’omicidio. Sulle indagini però gli stessi inquirenti per ora mantengono il massimo riserbo continuando ad indagare sul passato e la cerchia di amici e Conscenti delle due vittime.
La coppia potrebbe aver aperto all'assassino
Non è escluso infatti che la coppia conoscesse l’assassino e che proprio il 33enne De Santis e la 30enne Manta gli avessero aperto la porta di casa senza sospettare nulla. Gli stessi video che la coppia aveva registrano quella sera e inviati poi a parenti e amici li vedevano in casa sorridenti e per nulla preoccupati. I vicini riferiscono di strani rumori in casa, poi le urla. Qualcuno avrebbe sentito chiaramente Eleonora gridare un nome, “Andrea”, e su quello si sono concentrate ora le ricerche degli inquirenti. Un elemento che però resta ambiguo.
Eleonora Manta ha urlato "Andrea"
Un Andrea vi era stato nel passato della donna ma era ormai lontano e Andrea è anche il nome di uno dei vicini di casa della coppia, lo stesso che sarebbe riuscito a vedere l’assassino in fuga e ha dato l’allarme. Ieri pomeriggio è stato interrogato a lungo in Procura un uomo di 37 anni di nome Andrea, originario di un piccolo centro a cinque chilometri da Seclì, il paese di Eleonora Manta. L’uomo però è stato poi rilasciato.