Omicidio Ciatti, Bissoultanov libero per un cavillo: “Diritti per assassini e niente per le vittime”
“Attenti ai diritti degli assassini e nessuna attenzione per gli innocenti strappati alla vita da questi bastardi” è l’amarissimo sfogo di Luigi Ciatti, il padre di Niccolò Ciatti, dopo aver scoperto che l’uomo accusato dell’omicidio del figlio, Rassoul Bissoultanov, è stato liberato per un cavillo, un mero vizio procedurale. “Per un vizio di forma non si può lasciare libero un assassino perché ciò che conta è la sostanza. Quel lottatore ceceno ha ucciso mio figlio e non ci sono dubbi” ha ricordato Luigi Ciatti non nascondendo la disperazione sua ma anche di amici e parenti per una notizia che nessuno si aspettava. Secondo la Corte d'assise di Roma, il detenuto andava liberato in quanto sussisterebbe per lui l’improcedibilità per l’arresto per i reati commessi all’estero ai danni di cittadini italiani.
Niccolò Ciatti infatti fu ucciso l'11 agosto 2017 in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna. Il principale sospettato Rassoul Bissoultanov era stato poi arrestato in Germania lo scorso ottobre a seguito di mandato di arresto europeo e infine estradato in Italia. Per i giudici, l’arresto di un cittadino straniero in usti casi può avvenire solo se questi si trovi sul nostro territorio. Una interpretazione contro la quale si è opposta la Procura capitolina che ha impugnato la decisione dei giudici. Anche in caso di accoglimento della richiesta, però, l’uomo probabilmente vedrà da fuori dal carcere il processo a suo carico, in programma a gennaio. Nel frattempo infatti Bissoultanov si è già dileguato e nessuno sa dove sia in questo momento. La scarcerazione infatti risale allo scorso 22 dicembre e non è escluso che Bissoultanov possa aver già lasciato il Paese. Del resto ha già mostrato l’elevata possibilità di muoversi in tutta Europea. Per questo le forze dell’ordine stanno cercando di rintracciarlo in Italia in quanto solo in questo modo potrebbe partire un nuovo ordine di carcerazione.
Una vicenda che aggiunge altro dolore per la famiglia che credeva almeno di poter avere giustizia dopo tanti anni. “All’inizio credevo che non fosse così difficile averla questa giustizia così lontana. Pensavo che ai giudici fosse stato sufficiente vedere il video, nel quale mio figlio viene massacrato dai ceceni e finito con una tremenda pedata alla tempia da Bissoultanov. La Procura romana era riuscita ad avere l’estradizione dalla Germania dove l’omicida si era rifugiato. Un raggio di luce, tanta speranza. E poi ecco arrivare il cavillo, il difetto di forma. Libero di nuovo, l’imputato. Chissà dov’è adesso il killer di mio figlio” è il grifo di dolore di Luigi Ciatti