Omicidio Chiara Poggi, Andrea Sempio costretto a test salivare: perché una settimana fa si è rifiutato

"Il mio assistito è allibito, faremo il tampone salivare per prelevare il test del Dna giovedì 13 marzo". A Fanpage.it parla l'avvocato Massimo Lovati, ovvero il difensore di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi uccisa a Garlasco (Pavia) il 13 agosto del 2007. In carcere condannato per l'omicidio c'è l'ex fidanzato della ragazza, Alberto Stasi. In queste ore però è arrivata una svolta nelle indagini: un avviso di garanzia è stato consegnato a Sempio con l'accusa contestata, si legge nelle carte in possesso del Tg1, di omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi. Torna a essere così nuovamente indagato dopo una prima archiviazione della Procura di Pavia guidata allora da Mario Venditti.
Ora la Procura, con a capo Fabio Napoleone, è ritornata a indagare su di lui. O meglio su quelle tracce genetiche trovate sul corpo di Chiara Poggi: nel periodo successivo il delitto fu impossibile eseguire un confronto, adesso forse gli investigatori si affidano a una tecnologia di ultima generazione? Tutto è ancora in fase di indagine e tutto ancora da accertare.
Omicidio Chiara Poggi, le parole dell'avvocato di Andrea Sempio sul tampone salivare
A Fanpage.it l'avvocato Lovati tiene a precisare: "Il mio assistito è stato chiamato per fare un tampone salivare dai carabinieri della scientifica a Milano giovedì prossimo. Per me è una cosa assurda". I giorni scorsi Sempio aveva negato l'assenso. Giovedì 13 marzo verrà sottoposto al test salivare dopo che dal Tribunale è stata emessa un'ordinanza, che è in mano ora all'avvocato.
Stando alle prime informazioni, l'obiettivo degli investigatori potrebbe essere quello di mettere a confronto il Dna di Andrea Sempio con alcune tracce trovate sul corpo delle vittima, prima tra tutte quelle sotto le sue unghie. Resta da capire se però si potranno avere delle risposte nonostante il passare degli anni. "In passato avevano detto che i frammenti genetici non erano paragonabili. Ora ritornano, si vede che la scienza ha fatto progressi. Non lo so", aggiunge il legale.
Ma a suo tempo cosa era stato fatto? "Era stato sottratto ‘clandestinamente' il Dna del mio assistito da una sua tazzina del caffè e da una bottiglietta, poi hanno fatto delle perizie e le hanno confrontate con quelle agli atti. Il processo aveva escluso si potessero però utilizzare perché alcuni elementi si erano deteriorati. Adesso di nuovo. Un passaggio che era stato già fatto". Come sta il suo assistito? "Ora è allibito".
Alberto Stasi, condannato in via definitiva, continua a proclamarsi innocente
Durante tutto il procedimento penale Alberto Stati si è sempre professato innocente. Si trova in carcere dove sta scontando una pena a 16 anni di reclusione ma può uscire per lavorare ogni giorno. L'amico del fratello della vittima invece aveva ricevuto la scorsa settimana un'informazione di garanzia con cui è stato invitato a sottoporsi ai prelievi per gli accertamenti sul Dna. Gli esami sono stati disposti dal giudice per le indagini preliminari di Pavia.