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Omicidio Chiara Gualzetti: raccolta fondi per le spese legali dei genitori. E scoppia la polemica

La raccolta fondi è stata avviato sotto il controllo del sindaco del paese, su richiesta dei genitori della 15enne uccisa a Valsamoggia. Molti utenti hanno contestato la modalità e l’uso del denaro raccolto. Lo stesso primo cittadino è stato costretto a intervenire dopo le critiche: “Non avrei mai pensato di dover scrivere questo commento, ma credo sia necessario, vista la sconcertante superficialità di certe cose che ho letto a commento del post”
A cura di Biagio Chiariello
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 È finita in polemica la raccolta fondi per aiutare la famiglia di Chiara Gualzetti a sostenere le prime necessarie spese legali per la terribile vicenda che ha visto protagonista la loro bimba di 15 anni, uccisa a coltellate, calci e pugni a poche centinaia di metri dalla loro casa a Monteveglio, borgo del maxi Comune di Valsamoggia.

La gara di solidarietà, che in poche ore ha già raccolto circa 10mila euro, era stata promossa dal sindaco, Daniele Ruscigno:

"Chiunque – ha detto il primo cittadino – può partecipare con la cifra che preferisce proprio perché ognuno si deve sentire libero di muoversi se e come meglio crede. In questo caso i fondi raccolti, che con massima trasparenza saranno visibili sulla piattaforma in ogni momento, andranno direttamente alla famiglia. Questa è attualmente l'unica raccolta ufficiale e mi raccomando – ha sottolineato infine il sindaco – di fare attenzione ai tentativi di truffa che purtroppo anche in queste dolorose vicende possono esserci".

L'iniziativa però ha fatto scoppiare la polemica sul profilo Facebook dello stesso primo cittadino, dopo che alcuni utenti hanno contestato le modalità e l'uso della cifra raccolta costringendo Ruscigno, e i genitori di Chiara, a prendere di nuovo la parola.

"Sull'uso dei fondi a me sembrava tutto chiaro, ma evidentemente non lo è. In questi casi vengono svolte perizie di
parte di varia natura – ha sottolineato il sindaco -, da quelle mediche a quelle informatiche, oltre alla consulenza di legali incaricati che tutelano gli interessi della parte offesa in ogni fase di un procedimento, di cui, a oggi, è difficile prevedere la durata".

Per i genitori di Chiara i post rilasciati da alcuni utenti sono "squallide osservazioni, che non fanno altro che peggiorare uno stato d'animo oramai pessimo… Le cause legali nel settore penale hanno dei costi non indifferenti… a cominciare dai periti a finire con gli avvocati. Sono cause – sottolineano – che possono durare anni ma soprattutto dove si
parte già sconfitti… già perdenti… anche se riuscissi ad ottenere il massimo della pena io ho già perso – dice il padre di Chiara – considerando oltretutto che non ci saranno mai rimborsi per danni in quanto minorenne"

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