Omicidio Chiara Gualzetti, il killer della 15enne non fa ricorso: la condanna è definitiva
È definitiva la condanna per il killer di Chiara Gualzetti, la 15enne uccisa da quello che credeva un suo amico il 27 giugno 2021 nel parco dell’Abbazia di Monteveglio a pochi passi da casa, nella città metropolitana di Bologna. La difesa del giovane, condannato in primo e secondo grado per il terribile delitto, infatti ha deciso di non impugnare in Cassazione la sentenza d’appello che dunque diventa definitiva.
Il giovane killer era stato condannato in primo grado a 16 anni e quattro mesi con rito abbreviato e quindi col beneficio del taglio della pena. La sentenza era stata poi confermata in Corte d’appello lo scorso anno quando il giovane era ormai già maggiorenne. Per il ragazzo, che doveva rispondere dei reati di omicidio pluriaggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla minore età della vittima, era stata comminata la massima pena possibile dall’ordinamento giudiziario nei processi minorili.
Nelle motivazioni di appello, la Corte aveva sottolineato come il giovane killer non avesse mai mostrato pentimento, non solo nei confronti della vittima, ma anche dei genitori di lei, non riuscendo, anche a distanza di tempo, ad attribuirsi la piena responsabilità. Il riferimento era al fatto che, interrogato dagli inquirenti, il giovane disse di aver agito spinto da un demone. A quel demone ha continuato ad addossare la colpa dell’omicidio di Chiara Gualzetti anche se è stato riconosciuto come capace di intendere e di volere dal perito nominato dal tribunale dei minorenni.
Nel frattempo nessuno ha fatto ricorso contro la sentenza che dunque, dopo un anno, è divenuta definitiva. L’omicida di Chiara Gualzetti, ora 19enne, fin dall’arresto si trova in carcere a Bologna. Qui era stato protagonista anche di un episodio controverso quando aveva postato sui social una foto dalla cella in cui faceva il gesto della V, tipo vittoria, accompagnata da frasi di sfida e dalla didascalia "killer".