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Peter Neumair e Laura Perselli uccisi a Bolzano

Omicidio Bolzano, Benno Neumair resta in carcere: il fermo confermato dalla Cassazione

È stato confermato dalla Cassazione il fermo di Benno Neumair, il giovane indagato dal 18 gennaio scorso dalla Procura di Bolzano per l’omicidio e occultamento dei cadaveri dei suoi genitori, Peter Neumair e Laura Perselli, scomparsi a inizio gennaio e i cui corpi sono stati ritrovati nell’Adige.
A cura di Susanna Picone
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Benno Neumair resta in carcere. È stato confermato dalla Cassazione il fermo del trentenne indagato dal 18 gennaio scorso dalla Procura di Bolzano per l’omicidio e occultamento dei cadaveri dei genitori, Peter Neumair e Laura Perselli, scomparsi da Bolzano il 4 gennaio scorso. Gli ermellini hanno dichiarato inammissibile il ricorso dei suoi difensori. I corpi dei genitori di Benno sono stati ritrovati dopo settimane nel fiume Adige: il figlio, quando ha saputo del ritrovamento del cadavere della mamma, ha confessato di essere l'autore degli omicidi. Se il cadavere di Laura Perselli è stato ripescato dopo poco dalla scomparsa della coppia, quello di Peter Neumair è stato ritrovato solo a fine aprile. Una notizia che Benno avrebbe commentato dicendosi "sollevato". "Nella tragedia, finalmente una bella notizia. Ho vissuto mesi di angoscia, ora sì, sono sollevato", queste le parole che il giovane avrebbe detto al suo avvocato dopo il ritrovamento nel fiume Adige del corpo di suo padre.

L'omicidio di Peter Neumair e Laura Perselli

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La coppia bolzanina era scomparsa lo scorso 4 gennaio, il 29 gennaio il figlio Benno Neumair era stato arrestato e il 6 febbraio la salma di Laura Perselli era stata trovata nell'Adige nei pressi di Egna. Inizialmente il trentenne aveva respinto ogni accusa, per poi confessare l'uccisione dei suoi genitori Laura Perselli e Peter Neumair. "Non credo a un sentimento di pentimento da parte di Benno e ci vuole ben poco a capire che la sua confessione, resa immediatamente dopo il ritrovamento del corpo senza vita di una delle sue due vittime, che presentava ovvi segni di violenza, fosse a quel punto un passo dovuto al quadro indiziario a suo carico e non ‘l'effetto di una dissoluzione, o schianto, di tutte le difese di negazione e di rimozione, attuate nella settimane successive al fatti'", aveva scritto la sorella Madé Neumair in una lettera inviata dal suo avvocato Carl Bertacchi alla stampa.

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