Omicidio Anica Panfile, si cerca il telefono e la borsa tra le acque del torrente
L’omicidio di Anica Panfile resta ancora avvolto nel mistero. Gli inquirenti da giorni stanno cercando di ricostruite le ultime ore di vita della mamma 31enne uccisa il 18 maggio scorso dopo essere uscita dal lavoro e ritrovata cadavere pochi giorni dopo nel letto del fiume Piave a Spresiano, in provincia di Treviso. Per questo è caccia ora al telefonino della donna che potrebbe rivelarsi decisivo per risalire agli ultimi contatti e quindi al killer.
A questo scopo la giornata di oggi potrebbe essere decisiva. Gli inquirenti infatti svuoteranno il canale che si immette nel Piave e ritenuto il luogo più probabile scelto dall’assassino per sbarazzarsi del cadavere di Anica Panfile dopo averla uccisa a mani nude.
Carabinieri e vigili del fuoco infatti nelle prossime ore scandaglieranno il letto del torrente usato per l’irrigazione alla ricerca di preziosi elementi che potrebbero dare una svolta alle indagini. Se sono corrette le ipotesi che il delitto sia avvenuto di impeto e che il cadavere si stato poi abbandonato in fretta in zona, infatti, gli inquirenti ritengono di poter trovare preziosi indizi nel letto del torrente prosciugato per le ricerche. In particolare si cerca la borsa ma soprattutto lo smartphone.
Fondamentale infatti è analizzare il telefono cellulare della donna per cercate di stabilire con certezza chi abbia incontrato il giorno della scomparsa e della sua morte. Anica Panfile era andata al lavoro ed era poi uscita regolarmente, nel primo pomeriggio doveva vedere un ex datore di lavoro che ha detto di averle consegnato dei documenti in un breve incontro, poi più nulla.
Si continuano intanto a scandagliare tutti i video delle telecamere della zona alla ricerca di indizi. Si sospetta infatti che la donna sia salita in qualche vettura, forse quella del suo assassino anche se è stata smentita dagli inquirenti la notizia secondo cui vi sarebbe anche un filmato che riprende la giovane mentre sale su un’auto.
Al momento di precede per il reato di omicidio volontario ma non vi sono indagati né sospettati dunque le indagini appaino ancora in una fase preliminare ala ricerca degli indizi che posano mettere gli inquirenti sula strada giusta a catturare la persona che ha tolto una mamma a quattro figli.