Omicidio Alpi Hrovatin: i servizi segreti italiani sapevano che sarebbe stata uccisa
Quando lo abbiamo incontrato il suo volto era pieno di stupore, ha impiegato diversi secondi a rispondere alla domanda: "Signor Cammisa lei è Jupiter?". Rinchiuso in un Suv bianco, gli occhi stupefatti dietro le lenti scure ha sentito di essere stato "trovato". Giuseppe Cammisa detto Jupiter è uno dei nomi più misteriosi e ricorrenti nella lunga e complessa inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Lo abbiamo trovato in Ungheria a Biatorbagy a pochi chilometri da Budapest dove lavora in un grosso centro per noleggio di camion da diversi anni. Il suo nome è legato a diverse vicende ancora avvolte nel mistero della storia recente del nostro paese, dall'omicidio di Mauro Rostagno fino alla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Un lavoro quello della redazione di Fanpage durato oltre un anno e che prova a riaccendere i riflettori sull'omicidio dei due giornalisti che dopo 22 anni è ancora senza mandante e movente.
Dalla comunità Saman all'Ungheria: i misteri di Cammisa
La storia di Giuseppe Cammisa, di Mazzara del Vallo, comincia dal suo ingresso nella comunità Saman – un centro alternativo per il recupero dei tossicodipendenti in provincia di Trapani – alla metà degli anni ottanta. Il leader della comunità è il giornalista Mauro Rostagno. Nel 1988 Rostagno riprende nelle campagna nei dintorni dell'aeroporto in disuso di Milo, in provincia di Trapani, un gruppo di militari intento a caricare armi su un aereo. A sua insaputa probabilmente Rostagno aveva ripreso le attività illegali del centro Scorpione di Trapani appartenente alla struttura paramilitare clandestina "Gladio", una stay behind presente – con diversi nomi – in tutti i paesi Nato che aveva il compito di agire in caso "rovesciamento dell'ordine democratico" . La comunità Saman si trovava a pochi chilometri di distanza dalle basi di Milo e Chinisia che erano i campi di addestramento del centro Scorpione diretto dal maresciallo del SISMI Vincenzo Li Causi. Poche settimane dopo Rostagno viene ucciso da un gruppo di sicari. Tra gli imputati nel processo di primo grado ci sono anche Francesco Cardella, che subentrò a Rostagno alla guida della comunità e Giuseppe Cammisa "factotum" di Cardella e già noto con il nome di Jupiter. Cardella era un ex giornalista di area socialista molto vicino a Bettino Craxi – fu lui a mettere a disposizione l'aereo con il quale l'ex capo del PSI scappò ad Hammamet – sotto la sue guida la comunità Saman ricevette ingenti fondi pubblici dalla Regione Sicilia e partecipò ai progetti di cooperazione internazionale promossi dal governo socialista in favore della Somalia. A guidare le spedizioni di aiuti fu proprio Jupiter che aveva nelle sue disponibilità un veliero di proprietà di Cardella e un ex dragamine svedese modificato per trasportare ufficialmente aiuti umanitari. Cammisa comincia i suoi viaggi in Somalia per conto della comunità Saman e del sodalizio guidato dal socialista Cardella. Nel 1993 viene fermato a Malta per traffico di droga a bordo del veliero di proprietà di Cardella, e proprio a Malta secondo il giornalista Karl Stagno Navarra che lo scrisse su "Il Borghese" nel 2012, Ilaria Alpi si recò nel 1993 per indagare sui traffici di Cardella e Cammisa.
Il giornalista maltese non ha mai più parlato della vicenda e sollecitato da Fanpage non ha voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni. Alle nostre domande sul quando e come avesse conosciuto Ilaria Alpi, Jupiter risponde "mai conosciuta e mai incontrata". Eppure, oltre al lavoro di Navarra, appare strano che un italiano che si occupa ufficialmente di cooperazione internazionale in Somalia non abbia mai incontrato o non sia mai stato contattato dalla giornalista italiana che nei suoi sette viaggi in Somalia aveva attenzionato proprio questo aspetto della presenza del nostro paese nel territorio africano. Cammisa ai microfoni di Fanpage risponde in maniera non esaustiva rispetto ai suoi viaggi in Somalia. Dapprima dice che ci andava: "per la comunità Saman a portare aiuti", poi dice di "non ricordare" se ci fosse andato nel 1994 – anno dell'omicidio di Alpi e Hrovatin – poi ancora dice che nel 1994 "si trovava in Ungheria" ed infine dice di essere stato in Somalia "una volta sola". Di certo ci sono i documenti ritrovati dai colleghi Andrea Palladino e Luciano Scalettari. Si tratta di alcuni messaggi inediti partiti dal comando carabinieri presso il Sios della Marina militare di La Spezia, che riportano la data del marzo del 1994. Il 14 marzo viene inviato un ordine a Jupiter: "Causa presenze anomale in zona Bos/Lasko (Bosaso Las Korey, ndr) ordinasi Jupiter rientro immediato base I Mog", proprio il 14 marzo Ilaria Alpi e Miran Hrovatin arrivano a Bosaso nel nord della Somalia.
La stessa comunità Saman conferma la presenza di Cammisa a Bosaso in quel periodo del mese di marzo del 1994, ufficialmente con lo scopo di svolgere attività preliminari per la costruzione di un ospedale in città. Eppure davanti alle nostre domande sulla sua presenza a Bosaso nel marzo del 1994 Cammisa dice di "non ricordare". Il 18 marzo del 1994 Cammisa è in volo da Gibuti a Bosaso su un volo dell'UNISOM (la missione ONU per la Somalia), dopo l'arrivo a Bosaso lo stesso volo prosegue per Mogadiscio, a bordo dovrebbero esserci Ilaria Alpi e Miran Hrovatin ma i due perdono l'aereo. "Siamo stati trattenuti" dicono alla direzione Rai in Italia, ripartiranno il 20 marzo e poco dopo il loro arrivo a Mogadiscio saranno uccisi. Nel 1995 la tangentopoli siciliana fa emergere lo scandalo dello spreco di fondi pubblici dati alla comunità Saman, l'impero di "Ciccio" Cardella vacilla. L'ex socialista scappa in Nicaragua dove morirà nel 2011, mentre Jupiter ripara in Ungheria dove comincerà la sua attività imprenditoriale che lo porterà nel 2013 a arrivare alla carica di vice presidente della camera di commercio Italia – Ungheria. Ma il prestigioso incarico dura poco, sulla stampa ungherese viene pubblicato un dossier che parla del suo coinvolgimento nell'omicidio di Mauro Rostagno (assolto in primo grado, ndr) e sarà costretto alle dimissioni.
La fonte ex Gladio: "Ha organizzato tutto Jupiter"
La nostra inchiesta parte da un lungo colloquio con un ex appartenente alla struttura paramilitare Gladio. La nostra fonte anonima ha conosciuto direttamente il maresciallo dei servizi segreti militari italiani Vincenzo Li Causi, anche lui legato al partito socialista all'inizio degli anni novanta, inviato in Somalia per "interrompere un traffico di armi e droga" e, da quanto riferisce, in rapporti stretti con Ilaria Alpi. Secondo il nostro uomo fu proprio il maresciallo del SISMI a "indirizzare" Ilaria Alpi a indagare su un traffico di armi e rifiuti tossici che dal nostro paese arrivavano in Somalia. Li Causi muore nel 1993 in Somalia in circostanze mai chiarite. Per la nostra fonte Li Causi aveva diverse identità e allo stesso tempo diversi agenti dei servizi segreti assumevano la sua identità: "Bisogna vedere se quello che hanno ucciso è davvero Li Causi o un'altro". Nel 1994 Ilaria Alpi e Miran Hrovatin arrivano a scoprire quello che l'ex gladiatore intervistato da Fanpage chiama "un sistema a spina di pesce": armi, rifiuti tossici, movimentazioni di capitali. "Sulle foci dello Juba e dello Shebelle si facevano i voli vietnamiti, aerei senza insegna carichi di container di rifiuti tossici, aprivano il portellone dell'aereo e buttavano tutto giù sulla foce dei fiumi perché c'erano le sabbie mobili". Questa era una delle piste seguite dai due giornalisti e che era stata suggerita dal maresciallo Li Causi, così come quella dei rifiuti seppelliti sotto l'autostrada Garoe – Bosaso. Jupiter, che lavorava per il socialista Cardella, era uno dei protagonisti dei viaggi "umanitari" tra Italia e Somalia. L'ex gladiatore ci racconta: "Jupiter si dice che è quello che ha fatto fuori la Alpi, lei perde l'aereo a nord, poi quando arriva a Mogadiscio trova questa banda che li ammazza, ma a organizzare tutto è Jupiter al nord". Secondo la nostra fonte Giuseppe Cammisa contribuisce a far perdere l'aereo ai due giornalisti ritardando il loro arrivo a Mogadiscio dove giungeranno solo il 20 marzo e verranno uccisi, "da una banda di somali".
Magistratura e parlamento, nessuno ha convocato Jupiter
Giuseppe Cammisa, mentre sfugge alle nostre domande rifugiandosi nel parcheggio dell'European Truck Centre, dice: "Parlate con i giudici, chiedete a loro chi sono io". Eppure lui con i giudici non ci parla mai. Nessun magistrato ha ritenuto opportuno ascoltare Giuseppe Cammisa per l'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, e nel processo di appello per la morte di Mauro Rostagno, dove è stato assolto in primo grado, non è mai stato ascoltato sebbene fosse stato spiccato per lui un mandato di comparizione. La commissione parlamentare d'inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, che fui guidata dal Carlo Taormina non lo ha mai ascoltato nonostante la richiesta esplicita di alcuni deputati come Mauro Bulgarelli. Ancora oggi le commissione bicamerale che indaga sulle ecomafie e che quindi potrebbe sviluppare una parte della vicenda che riguarda Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, non ha chiesto l'audizione di Jupiter.
Tofalo (M5S): "Faremo luce su Jupiter"
Dopo la pubblicazione dell'inchiesta di Fanpage sul caso Alpi, Angelo Tofalo, deputato del Movimento 5 Stelle e membro del Copasir – comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – si è impegnato a fare piena luce sul ruolo svolto da Giuseppe Cammisa detto "Jupiter". "La notizia che esce oggi va a creare un quadro informativo diverso – ha detto Tofalo – la vicenda tornerà ad essere oggetto del Comitato e chiederò tutti i documenti dove compare il nome di Jupiter". Tofalo, che si è già occupato in passato del caso Alpi, chiede anche l'intervento della magistratura: "Mi meraviglio che questa persona non sia stata messa in evidenza in passato – ha sottolineato il deputato grillino – spero che la magistratura sfrutti le nuove notizie". La commissione parlamentare d'inchiesta sull'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin ha chiuso i suoi lavori nel 2006 con ben tre documenti conclusivi diversi (uno di maggioranza e due di opposizione). "Bisogna andare alla ricerca di tutti i documenti che parlano di Jupiter – ha concluso Tofalo – la vicenda è ben nota per quanto riguarda la commissione parlamentare quello che si può fare oggi, dopo che la commissione d'inchiesta ha concluso i lavori nel 2006, è chiedere altri documenti e lavorare su quelli ed è quello che personalmente farò".