Omicidio Alessandra Matteuzzi, disposta la perizia psichiatrica su Giovanni Padovani
La Corte di assise di Bologna ha disposto una perizia psichiatrica per verificare la capacità di sostenere un processo e di intendere e di volere al momento del fatto di Giovanni Padovani, il calciatore di 27 anni imputato per l'omicidio aggravato dell'ex fidanzata Alessandra Matteuzzi avvenuto nel capoluogo emiliano il 23 agosto 2022. A esaminare le condizioni di Padovani saranno uno psichiatra, Pietro Pietrini, e un testista, Giuseppe Sartori. Il conferimento dell'incarico, con formulazione precisa dei quesiti, sarà fatto nell'udienza del 22 maggio. La Procura non si era opposta e neppure gli avvocati di parte civile, Antonio Petroncini e Chiara Rinaldi, pur rilevando che a loro avviso non ci sono dubbi sulla capacità dell'imputato.
La sorella: "Voglio giustizia, Padovani era lucido"
"Mi sento male, ma almeno oggi è cominciato il processo e lo aspettavo da tanto. Io voglio giustizia", ha dichiarato a caldo Stefania Matteuzzi, sorella di Alessandra. Commentando la decisione dei giudici di eseguire una perizia psichiatrica su Padovani, la donna ha dichiarato: "Se hanno ritenuto giusto farla va bene; non ho paura che questo rallenti il processo. Era lucido quando ha ucciso mia sorella ed è lucido ora. Ringrazio tutti quelli che sono stati vicini e sono ancora vicini a mia sorella".
FDI: "Amarezza, no alla perizia psichiatrica"
Amareggiato anche Alfredo Antoniozzi, vice capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera. Il deputato ha presentato la proposta di legge di modifica degli articoli che disciplinano l'infermità e la seminfermità mentale. "Abbiamo profondo rispetto per la Corte di assise di Bologna che ha disposto la perizia psichiatrica sull'autore dell'omicidio Matteuzzi, ma esiste un problema culturale che deve essere sconfitto, e cioè che dietro ogni omicidio efferato debba esserci un vizio parziale o totale di mente", ha commentato. "È come se vi fosse un senso di colpa trasversale che impone comunque il tagliando della perizia – osserva Antoniozzi -, probabilmente perché ci si rifiuta di accettare ciò che esiste dai tempi della nascita dell'uomo e cioè, purtroppo, il male nelle sue declinazioni. Padovani non ha mai dato segni di squilibrio, e se pure, grazie al cielo, solo una parte assai minima dei casi di stalking evolve in omicidio, il quadro sembra assai chiaro".
Dovremmo capire che lo stalking – conclude Antoniozzi -, che riguarda anche il sesso femminile, "è una concezione del senso del possesso e agire culturalmente sin dall'infanzia per eliminarne il peso nelle relazioni. Ma ancora una volta si chiama in causa lo psichiatra e personalmente sono solo tanto amareggiato".