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Omicidio Agitu, uccisa a martellate per ragioni economiche. Confessa il killer, un suo dipendente

È stato arrestato nella notte il presunto assassino di Agitu Ideo Gudeta, l’allevatrice di origini etiopi trovata morta nella serata di ieri nella sua casa di Frassilongo, in provincia di Trento: si tratta di un suo dipendente di 32 anni di origini ghanesi. L’uomo l’avrebbe assassinata per ragioni economiche dopo una lite colpendola a martellate.
A cura di Davide Falcioni
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Il presunto assassino di Agitu Ideo Gudeta – l'allevatrice di origini etiopi trovata morta nella serata di ieri nella sua casa di Frassilongo, in provincia di Trento – è stato arrestato. Ad uccidere la donna colpendola ripetutamente con un martello sarebbe stato un suo collaboratore, che ha confessato ai carabinieri di averla colpita durante una lite per motivi economici.

Chi è l'assassino di Agitu Ideo Gudeta 

L'uomo si chiama Adams Suleimani, è un 32enne ghanese e reclamava uno stipendio che non sarebbe stato corrisposto. Nell'azienda di Agitu, si occupava del pascolo delle capre che erano diventate un simbolo dell'attività molto nota in tutto il Trentino. Il presunto omicida è stato condotto nella caserma dei carabinieri di Borgo Valsugana, dopo una notte di indagini e interrogatori svolti dai militari fra vicini e conoscenti della vittima. Il ghanese ha ammesso le sue responsabilità e ha descritto fatti in linea con quanto emerso dai rilievi effettuati dagli investigatori. L’assassino in passato aveva già lavorato per la donna ed era tornato circa due mesi fa ad occuparsi del pascolo delle capre, vivendo al primo piano dell’abitazione.

Erano le 17 e 30 di ieri quando è stato lanciato l'allarme da alcuni amici della donna, il cui corpo è stato poi ritrovato nella sua casa con profonde ferite alla testa: inutili i tentativi di soccorrerla. I carabinieri, intervenuti tempestivamente, hanno ritrovato l'arma del delitto dopo poche ore, una mazzetta di medie dimensioni utilizzata per colpire la 42enne.

Chi era Agitu Ideo Gudeta

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Agitu Ideo Gudeta era nota in tutta Italia perché la sua era diventata un'importante storia di riscatto: fuggita dall'Etiopia, era arrivata in Trentino nel 2010 e dopo aver lavorato per un periodo in un bar aveva messo a parte i risparmi necessari per avviare un allevamento di capre, l'attività che sognava di intraprendere e che le aveva dato negli ultimi anni grandi soddisfazioni. Da poco infatti aveva aperto il suo primo punto vendita a Trento, in piazza Venezia.

Un paio di anni fa, nel 2018, Agitu era stata protagonista anche di una triste vicenda: aveva infatti ricevuto minacce a sfondo razziale e meno di un anno fa l'autore, un 54enne residente a Frassilongo e vicino di casa della donna, era stato condannato a 9 mesi per lesioni dal tribunale di Trento. L'uomo inoltre aveva dovuto pagare una multa di 50 euro e un risarcimento danni di 2.000 euro, più 3.500 euro di spese legali. Il 54enne era accusato di aver preso di mira la 42enne con un'escalation di insulti, frasi razziste e minacce contro di lei e contro i suoi animali, culminati in un'aggressione fisica documentata con lo smartphone, che l'allevatrice denunciò nell'estate del 2018 ai carabinieri e a seguito della quale scattò la misura degli arresti domiciliari, commutati dopo 7 mesi in un divieto di avvicinamento.

Il presidente del consiglio regionale trentino: "Sgomento e orrore"

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In una nota il presidente del Consiglio regionale del Trentino Alto Adige, Roberto Paccher, ha espresso "sgomento ed orrore" per l'omicidio di Agitu Ideo Gudeta, la pastora di origini etiope che aveva trovato in Trentino la sua piena integrazione. "Alla fine di questo anno terribile torna la triste realtà della violenza di genere e del femminicidio. Nel ricordo di questa giovane imprenditrice lavoratrice e donna di valore voglio rimarcare con forza la necessità di continuare una lotta senza quartiere alla violenza nei confronti delle donne, un morbo che sarà sconfitto solo con una risposta corale di tutti. Basta violenza sulle donne !".

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