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Omicidio Agitu Gudeta, annullata con rinvio la condanna per violenza sessuale: “Era già morta”

La sentenza a 20 anni di carcere decisa per Suleiman Adams, considerato l’autore dell’omicidio della pastora Agitu Gudeta, potrebbe venire ridotta. La Cassazione ha accettato il ricorso della difesa dell’uomo che chiedeva la revisione della condanna per violenza sessuale e ha rinviato Adams a un nuovo giudizio.
A cura di Eleonora Panseri
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Si apre un nuovo capitolo nel caso dell'omicidio della pastora etiope 42enne Agitu Ideo Gudeta. La condanna a 20 anni di carcere di Suleiman Adams, l'uomo considerato responsabile del delitto, avvenuto il 29 dicembre del 2020 a Frassilongo, in provincia di Trento, dove la donna aveva avviato un'azienda agricola, la Capra Felice, potrebbe venire ridotta.

Il 34enne, che all'epoca dell'omicidio collaborava con la donna, è stato ritenuto colpevole dell'omicidio e  condannato dalla Corte d'assise d'appello di Trento a 15 anni e 8 mesi per omicidio volontario e ad altri 4 anni e 4 mesi per violenza sessuale sulla pastora. Adams ha tuttavia sempre negato quest'ultimo reato ed è per questo che ora il suo avvocato Nicola Zilio ha presentato ricorso in Cassazione, proprio in relazione allo stupro.

I giudici di ultima istanza a cui è stata sottoposta la questione gli hanno dato ragione, hanno deciso di annullare la condanna per violenza sessuale e hanno rinviato l'uomo a un nuovo giudizio per questo capo d'accusa davanti alla Corte d'assise d'appello di Bolzano. Secondo la linea difensiva sostenuta dal difensore di Suleiman Adams, quando Adams abusò di lei compiendo atti di autoerotismo, la pastora etiope era già morta.

Chi era la 42enne Agitu Ideo Gudeta

Agitu era arrivata in Trentino nel 2010, dopo essere riuscita a scappare dalle violenze e dagli scontri che stavano avvenendo all'epoca nel suo Paese, l'Etiopia, e dopo aver ricevuto diverse minacce dal governo locale. Aveva lavorato prima in un bar e aveva deciso poi di occuparsi dell'allevamento delle capre di cui era proprietaria.

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Anche in Italia Agitu era stata vittima di discriminazione da parte di un uomo del posto. Dopo un episodio di violenza fisica, la 42enne non aveva esitato a denunciarlo. Agitu ha ottenuto solo una condanna per lesioni. Derubricato il reato di stalking, era caduta anche l'aggravante dell'odio razziale.

Il corpo dell'allevatrice, diventata in Trentino simbolo di un'integrazione di successo, era stato trovato privo di vita nella sua casa di Frassilongo e poche ore dopo il delitto Suleiman Adams, che lavorava alle dipendenza di Agitu, aveva confessato il delitto.

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