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Omicidio Agitu, 20 anni di carcere per l’uomo che ha violentato e ucciso la pastora etiope 

La Corte d’assise d’appello di Trento ha confermato la condanna a 20 anni di reclusione per omicidio volontario e violenza sessuale a Suleiman Adams, il 33enne che nel 2020 ha ucciso in Trentino la pastora etiope Agitu Ideo Gudeta.
A cura di Susanna Picone
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Venti anni di carcere per l’assassino di Agitu Ideo Gudeta. Questa la decisione della Corte d'assise d'appello di Trento che oggi ha confermato la condanna a 20 anni di reclusione per omicidio volontario e violenza sessuale a Suleiman Adams, ghanese di 33 anni che nel 2020 ha ucciso a Frassilongo, in Trentino, la pastora etiope simbolo dell'integrazione a livello locale.

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I giudici non hanno riconosciuto al 33enne, collaboratore di Agitu che aveva confessato il delitto poche ore dopo, né le attenuanti generiche, né la derubricazione del reato di violenza sessuale a favore di quello di vilipendio di cadavere, come aveva richiesto l'avvocato della difesa Nicola Zilio.

Adams era stato già giudicato colpevole lo scorso 14 febbraio per i reati di omicidio volontario e violenza sessuale dal giudice Enrico Borrelli, con una pena di 15 anni e otto mesi di reclusione per omicidio volontario e di quattro anni e quattro mesi per violenza sessuale. Il pm aveva chiesto la pena complessiva di 19 anni e quattro mesi, in appello la Procura generale ha chiesto la conferma della condanna di primo grado.

Andrea De Bertolini, avvocato che rappresenta i fratelli delle vittime, ha espresso soddisfazione per la conferma della condanna: “La sentenza conferma quello che abbiamo chiesto, una decisione rispettosa dei fatti e della verità storica. Questa conferma è un elemento importante per i familiari che possono riconciliarsi in qualche modo con il significato di questa tragedia", le sue parole.

Zilio invece, all'uscita dall'aula, ha dichiarato che attenderà il deposito delle motivazioni della sentenza per valutare un eventuale ricorso in Cassazione.

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Agitu Ideo Gudeta, 42 anni, venne barbaramente uccisa a martellate il 29 dicembre del 2020 nella sua casa di Frassilongo, in valle dei Mocheni. Suleiman Adams, assunto come dipendente della vittima nel suo allevamento di capre, dopo poco confessò il delitto.

L’uomo era in Italia per lavorare come bracciante agricolo, in Trentino era arrivato dopo aver lavorato in altre regioni. Nel corso del processo di primo grado il suo avvocato aveva detto che da due mesi e mezzo non riceveva lo stipendio, circa 2.000 euro. E secondo la difesa quei mancati pagamenti lo avevano spinto a uccidere.

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