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Omar e le accuse dopo Novi Ligure: “Non può scontare una pena al di là di quella già espiata”

Le motivazioni con cui il tribunale del Riesame di Torino ha rigettato il ricorso della Procura di Ivrea che chiedeva una misura cautelare restrittiva per Omar Favaro, indagato per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale dopo la denuncia dell’ex compagna: “Non può scontare pena naturale che dura e persiste nel tempo oltre e al di là di quella già espiata”.
A cura di Ida Artiaco
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Omar Favaro "non può scontare una pena naturale che dura e persiste nel tempo oltre e al di là di quella già espiata". In altre parole, non può pagare in eterno per un crimine, quello della strage di Novi Ligure, commesso 22 anni insieme alla fidanzatina dell'epoca, Erika De Nardo.

È quanto si legge nelle motivazioni con cui il tribunale del Riesame di Torino ha rigettato il ricorso della Procura di Ivrea che chiedeva una misura cautelare restrittiva proprio per Favaro, indagato per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale.

Omar resta infatti "libero" di muoversi nonostante le gravi accuse. E non deve essergli applicato il divieto di avvicinamento alla ex compagna e alla figlioletta, perché è "da escludere ragionevolmente che Favaro compia fatti della stessa specie di quelli per cui si procede e comunque gravi atti di violenza personale".

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L'indagine era partita dopo la denuncia della moglie. I magistrati avevano chiesto al gip di firmare una misura cautelare che vietasse a Omar di avvicinarsi a lei e alla figlia. Ma lo stesso gip si era mostrato di altro avviso e aveva negato il provvedimento. Da qui il ricorso della Procura al tribunale del Riesame, che ha nuovamente rigettato la richiesta.

Per il tribunale del Riesame, insomma, non è possibile considerare Favaro recidivo seppure ci si trovi a valutare un indagato "con un passato così gravoso soggettivamente e così grave, oggettivamente. Un ordinamento liberal democratico, maturo e saldamente ispirato ai principi costituzionali tra cui quello di una pena che tenda alla rieducazione, non deve temere di giungere ad un giudizio di inattualità concreta di pericolosità sociale nei confronti di un indagato con un tale passato". Anche perché – si legge – il massacro di Novi Ligure è stato "commesso da un minorenne nell’ambito di una relazione di coppia in cui Favaro era soggetto debole e dipendente. I presenti fatti di reato riguardano, invece, un Favaro adulto e maturo e si inseriscono in un contesto affettivo diverso".

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Omar era minorenne quando, nel 2001, si consumò il delitto di Novi Ligure: lui ed Erika De Nardo uccisero la madre della ragazza, Susy Cassini, e il fratellino, Gianluca, con 97 coltellate in una villetta del quartiere Lodolino. È uscito dal carcere nel 2011 dopo aver scontato la sua pena.

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