Oltre 70 studenti residenti in sole 4 case, smascherata truffa sulle borse di studio all’università

Una truffa per accaparrarsi borse di studio all’università di Torino per oltre mezzo milione di euro è stata smascherata dalla guardia di Finanza del capoluogo piemontese. L’inchiesta, denominata “Fake Home”, ha coinvolto in tutto 80 studenti stranieri ed è partita da una palese incongruenza tra contratti di locazione stipulati ed effettive capacità occupazionali dei quattro immobili.
A cura di Antonio Palma
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Un 37enne residente a Torino aveva stipulato decine di contratti di locazione facendo risultare oltre una settantina di studenti come residenti nei quattro immobili in suo possesso. Da questa palese incongruenza gli uomini della Guardia di Finanza sono partiti riuscendo a smascherare una truffa da oltre mezzo milione di euro sulle borse di studio all'università. L'inchiesta, denominata “Fake Home”, ha coinvolto in tutto 80 studenti stranieri, in maggior parte di nazionalità iraniana, indiana e pakistana ora accusati a vario titolo di indebite percezioni di erogazioni pubbliche.

L’incongruenza riscontrata tra il numero di contratti di locazione stipulati dal 37enne e le effettive capacità occupazionali dei quattro immobili, hanno portato le Fiamme Gialle a scoprire un rodato meccanismo di truffa ai danni dell’Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario del Piemonte (EDISU).

Le indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica e condotte dal 1° Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Torino, infatti hanno scoperto che l'uomo, dietro corrispettivo in denaro, tra i 500 e i 600 euro per ogni contratto fasullo, stipulava contratti di locazione fittizi che servivano agli studenti per presentare le domande di borse di studio e intascare i relativi compensi.

Dai controlli nelle case interessate, i militari hanno scoperto che oltre ai reali occupanti, risultavano conviventi altre 66 persone che in realtà erano stati ospitati da amici o vivevano presso altri immobili senza regolari contratti. Le Fiamme Gialle hanno accertato che il meccanismo illecito era stato alimentato dal passaparola all’interno della comunità universitaria, attraverso chat social degli studenti.

Analizzando le chat, i Finanzieri hanno individuato poi un ulteriore proprietario di alloggi, un 34enne che avrebbe messo in atto lo stesso meccanismo consentendo a tre studenti stranieri di beneficiare delle borse di studi illecitamente.

Complessivamente il meccanismo fraudolento individuato dalla Guardia di finanza ha consentito agli studenti stranieri sia di risultare vincitori di borse di studio per 513mila euro, per gli anni accademici 2022/2023 e 2023/2024, sia di beneficiare dell’esenzione dal pagamento delle tasse universitarie, erogate in due tranche annuali. Inoltre segnalate anche ulteriori 11 posizioni relative all’anno accademico 2024/25 che sono state escluse dalla graduatoria.

Per 26 persone è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria per indebite percezioni di erogazioni pubbliche. Nei confronti di ulteriori 47 studenti, emesse invece solo sanzioni amministrative per 404 mila euro. L'Edisu ha richiesto la restituzione dei benefici già concessi per oltre 323mila euro e bloccato l’erogazione di ulteriori contributi non dovuti per oltre 189mila euro.

"Grazie alla Guardia di Finanza di Torino per l'operazione che ha portato alla luce una nuova  truffa da oltre mezzo milione di euro sulle borse studio. Abbiamo il dovere di garantire che le risorse pubbliche vadano agli studenti che ne hanno realmente diritto. Le prime vittime di queste frodi sono proprio loro. Continuiamo a lavorare
insieme alla Guardia di Finanza e agli Enti per il diritto allo studio regionale per rafforzare la tutela del diritto allo studio ed evitare raggiri che sottraggono possibilità a studenti capaci ma in difficoltà" ha dichiarato la ministra dell'Università Anna Maria Bernini, aggiungendo: "Il vero diritto allo studio deve andare di pari passo con la legalità e le risorse devono andare nei veri luoghi del bisogno".

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