Un movimento nato dal basso per scuotere l’opinione pubblica sul tema della legalizzazione della cannabis. E’ il “Manifesto per la cannabis libera”, nato da un’idea dell’associazione Free Weed, alla quale hanno aderito associazioni, aziende di settore e cittadini, scatenando un tam tam mediatico che ha portato alla raccolta online di oltre 27mila firme.
Nei giorni scorsi un gruppo di rappresentanti dell’iniziativa, composto da Stefano Armanasco, Lisa Gandini e Lucio Badini dell’associazione Free Weed, oltre all’attivista Valentina Varisco e a Marco Maffione dell’associazione Canapese, è stato ricevuto al ministero della Giustizia dal sottosegretario Vittorio Ferraresi e dal senatore Matteo Mantero, entrambi esponenti del M5S.
“Le firme sono state raccolte online come sostegno popolare e sociale alla proposta di legge e agli ideali contenuti nel Manifesto. Abbiamo chiesto l’intercessione del ministero della Giustizia e dei parlamentari dei vari schieramenti, per far in modo che venga depositata la legge che ha avuto il sostegno di oltre 27mila persone”, racconta Stefano Armanasco, sottolineando che: “E’ stato un risultato possibile grazie al lavoro sul territorio, per la creazione di una proposta molto semplice, che va ad unificare i vari aspetti legati alla cannabis libera: dalla regolamentazione dell’autoproduzione con dettagli chiari, un mercato libero con norme precise per contrastare le narcomafie, e poi il giusto avanzamento nel settore sanitario con un occhio attento ai pazienti”.
Secondo le associazioni, qualora non si trovasse un accordo politico per discutere in tempi brevi la legge, la soluzione potrebbe arrivare dal referendum propositivo, approvato alla Camera a inizio 2019 e attualmente in discussione al Senato, che darebbe ai cittadini uno strumento per poter proporre e approvare direttamente una legge, senza passare dal Parlamento.
“E’ una proposta di legge abbastanza articolata”, sottolinea il senatore Mantero, “che depositerò entro le prossime due settimane, affiancandola a quella che ho già proposto poco tempo fa”. Il riferimento è alla proposta di legge di inizio 2019 che prevede tra le altre cose la coltivazione domestica di cannabis in forma personale o associata.
Sulla possibilità che questa nuova proposta venga discussa in tempi brevi, secondo Mantero, “la discussione si potrebbe avviare, ma con la maggioranza di governo e la composizione del Parlamento che c’è in questo momento, è difficile che si possa arrivare ad un’approvazione di una proposta di legge per la legalizzazione”. Sul fatto che, unendo le forze di parlamentari di M5S, PD e Leu, si potrebbe in effetti arrivare a questo risultato, visto che avrebbero la maggioranza parlamentare, Mantero sostiene che: “Il PD si è già dimostrato contrario nella scorsa legislatura, quando avrebbe potuto votarla con noi, e Zingaretti ha già ribadito che non è una proposta nelle corde del PD, quindi rimarremmo noi e Leu. Si potrà iniziare la discussione, sperando che sia uno stimolo per parlare dell’argomento e che si possa arrivare a chiarire meglio almeno la posizione delle infiorescenze di cannabis light, che non c’entrano nulla con gli stupefacenti ma sarebbe auspicabile fare un passo avanti vista l’importanza del comparto”.
Dopo la sentenza delle sezioni unite della Cassazione Mantero ha infatti presentato una proposta di legge per modificare la legge 242 del 2016, quella appunto dedicata alla canapa industriale, aggiungendo ai prodotti commercializzabili anche le infiorescenze di cannabis light con contenuto di THC fino allo 0,6%, specificando che possano essere vendute come prodotto alimentare o erboristico, con i relativi controlli sulla salubrità del prodotto.
In generale ricordiamo che, per quanto riguarda la legalizzazione, oltre alla legge presentata da Mantero a gennaio, questa che sarà presentata a breve e le due proposte presentate dal senatore Ciampolillo per permettere la coltivazione di cannabis a privati e pazienti, c’è sempre nel cassetto la legge d’iniziativa popolare per la quale Radicali e associazione Luca Coscioni avevano raccolto oltre 68mila firme, che è stata rilanciata con un appello a tutti i parlamentari poco tempo fa.
Sul fatto che nel resto del mondo si stia legalizzando la cannabis in generale, mentre da noi viene criminalizzata perfino la cannabis light, Mantero sostiene che: “Purtroppo la classe politica italiana, su questo tema come su molti altri, e penso all’eutanasia attualmente in discussione in Senato, dimostra di essere veramente arretrata. Mentre il resto del mondo regolamenta un mercato per fermare il narcotraffico, avere a disposizione un prodotto controllato e rilanciare l’economia, noi, che eravamo i migliori produttori di canapa, ci boicottiamo da soli, e la causa principale è l’ignoranza”.