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La strage di Erba di Olindo e Rosa

Olindo Romano racconta il movente della strage di Erba: “O ce ne andavamo noi o la facevamo fuori”

Olindo Romano racconta in un video inedito andato in onda a Quarto Grado venerdì scorso il movente della strage di Erba: “La fine che ha fatto Raffaella Castagna se l’è meritata. A noi ci restava da fare solo due cose: o vendere la casa e andarcene o farla fuori”.
A cura di Ida Artiaco
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Il video mandato in onda da Quarto Grado
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"È stato quello che ha fatto traboccare la goccia del vaso, perché noi un'altra umiliazione di andare in tribunale quando avevamo ragione non la volevamo fare. E l'abbiamo fatta fuori prima. Adesso a me non interessa quello che succede, se mi danno trent'anni, non me ne frega niente. Io chiedo o di stare con mia moglie o sennò niente".

A parlare è Olindo Romano, condannato all'ergastolo in via definitiva insieme alla moglie Rosa Bazzi per la strage di Erba, consumatasi l'11 dicembre 2006. L'uomo spiega il movente degli omicidi di Raffaella Castagna, del figlioletto Youssef, di Paola Galli e Valeria Cherubini, parlando con l'allora consulente della difesa, Massimo Picozzi, il 24 febbraio 2007, un paio di mesi dopo i delitti.

Quelle conversazioni sono state riprese in alcuni video inediti che venerdì scorso sono stati mandati in onda su Rete 4 durante l'ultima puntata di Quarto Grado: in questo estratto, in particolare, Olindo Romano, spiega quale è la scintilla che ha fatto esplodere tutto.

Romano si riferisce ai dissapori con Raffaella Castagna. "È andata avanti per sei anni…quando siamo arrivati lì tre mesi dopo che è arrivata quella bastarda su di sopra, lì è cominciato tutto – ha detto l'uomo -. Piano, piano, piano, fino a quando la gente è paziente perché io sono tranquillissimo, sono buonissimo, eccetera, eccetera, però la spugna quando è piena esplode. Lì è arrivata su da sola, poi dopo si è portata in casa un'amica, poi sono arrivati in casa degli amici, tutti neri….una decina di extracomunitari neri, tamburelli, casino, eccetera eccetera. Le prime volte andavamo su a dirglielo: "Per piacere". Avevo anche vergogna ad andare là e a suonargli il campanello e dirle se ci lasciava dormire. Questa, da prima tirava fuori tutte le scuse possibili e immaginabili. E per due anni siamo andati avanti così. Vabbè, pazienza. Poi, finita quella, sono arrivati i tossici, drogati, tutti quelli che…la zona piazza Mercato Albavilla era su a casa sua. E anche lì non si riusciva a dormire. Io non sono mai stato razzista, lo sono diventato da quando è arrivato lì il marito e tutta quella gente lì. Adesso sono diventato razzista. Allora, vai e chiama i carabinieri. Venivano giù e intervenivano ma non facevano niente. Arrivavano i vigili, stavano anche 15 giorni, la situazione tornava come prima".

Rosa Bazzi e Olindo Romano
Rosa Bazzi e Olindo Romano

Per Olindo Romano non c'erano molte soluzioni. "Gli telefonavi al padre, alle due, alle tre, alle quattro di notte, di venire su a vedere, a sentire cosa faceva la figlia e quello se ne fregava. A questo punto a noi ci restava da fare solo due cose: o vendere la casa e andarcene o farla fuori. Siccome vendere la casa e andarcene, era la quarta che cambiavamo, perché dovevamo andarcene noi? E lì tutto per non avere isolato il pavimento perché lì lei quando ha comprato l'appartamento ha spostato tutti i locali. Se lei lasciava la camera sulla nostra camera come l'aveva messa l'architetto non sarebbe successo niente. Lei no, ci ha fatto il soggiorno. Facendoci il soggiorno si sa…se uno va a dormire presto, perché io la mattina mi alzavo presto, però lei era su fino all'una, alle due di notte a fare casino".

Poi, l'affondo agli altri condomini e non solo. "Praticamente tutti quelli che nel cortile lì parlano bene della Castagna – dice – è perché sono sul libro paga del padre. Carabinieri compresi, vigili pure. Sindaco non se ne parla. Perché se io mi lamento di una persona che fa rumore e questa la smette allora finisci lì, giusto? Ma se io mi lamento di una persona che fa rumore e questa lo fa sempre di più e io non dico niente è perché o a me sta bene sentire rumore oppure ho il tornaconto. Lei faceva rumore perché lo faceva apposta, perché sapeva che a noi dava fastidio".

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Poi, menziona due episodi in particolare. "Due anni fa, o qualche anno di più, lei prendeva il treno per andare a lavorare, io non sapevo dove, però il treno arriva fino ad Asso, perché poi l'ultima fermata è lì. E l'abbiamo seguita. A ogni fermata ci facevamo vedere per intimidirla, come per dire "vedi di darci un taglio". Questa quando è arrivata alla stazione del treno ha chiamato i Vigili. Poi i vigili ci hanno fermato, ci hanno chiesto cosa facevamo lì. Ma non ce ne fregava niente perché siamo arrivati a un punto che non ce ne fregava più niente. La domenica mattina, perché c'ero anche io a casa, Rosa stava facendo i soliti mestieri sempre dopo un certo orario. C'era fuori lo stendibiancheria con su non so la coperta, i cuscini del divano, a prendere aria. Questa era su che faceva casino in terrazza, mia moglie è uscita e le ha detto di smetterla, le ha detto anche delle parolacce, erano sei anni che si andava avanti così. Questa è scesa, c'era insieme anche la madre, non era da sola. È venuta giù, ha buttato per aria lo stendibiancheria, la poltrona e si è azzuffata con mia moglie. Io ero in casa, ho sentito e le ho divise. Nel dividerle lei è caduta, c'era la neve ed è scivolata. Basta, per noi la storia è finita là. Questa è andata all'ospedale, ha chiamato i carabinieri, ha fatto la denuncia, quella che dovevamo poi andare a fare. Quando sono arrivati i carabinieri da noi, non sono venuti a chiederci cosa era successo, ci hanno chiesto solo i documenti. Adesso, quando io vedevo quelle cose lì, guardi….la fine che ha fatto se l'è meritata".

Per Olindo Romano è stato questo episodio la goccia che ha fatto traboccare il vaso, perché "noi un'altra umiliazione di andare in tribunale quando avavemo ragione non la volevamo fare. E l'abbiamo fatta fuori prima". Il riferimento è alla convocazione che i coniugi avevano ricevuto per il 13 dicembre 2006 per il processo perché Raffaella Castagna li aveva denunciati e dovevano presentarsi in aula.

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