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Olbia, donna denuncia: “Mi ha segregata in casa e violentata per 50 giorni”. Ma l’uomo viene assolto

Luigi Morlè, 34enne sardo, è stato assolto dalle accuse di violenza sessuale aggravata dall’uso di sostanze narcotiche, sequestro di persona e lesioni personali.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio
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Le accuse a suo carico erano di quelle molto gravi: violenza sessuale aggravata dall'uso di sostanze narcotiche, sequestro di persona e lesioni personali, reati pesanti che questa mattina il collegio del Tribunale di Tempio Pausania, presieduto dal giudice Marco Contu, ha di fatto smontato, assolvendo in primo grado Luigi Morlè, 34 anni di Golfo Aranci.

L'uomo era stato accusato da una 37enne di Cagliari, che aveva denunciato ai carabinieri del capoluogo sardo di essere stata segregata in casa e abusata ripetutamente dall'imputato. I fatti si sarebbero verificati nella primavera del 2018, quando la presunta vittima era arrivata a Golfo Aranci, nella casa di Morlè, attratta da un'offerta di lavoro.

È lì che però, stando alle sue dichiarazione, sarebbe invece iniziato il suo calvario: la donna aveva infatti raccontato che per ben 49 giorni l'uomo avrebbe abusato di lei, chiudendola in casa, drogandola con sonniferi nelle bevande e costringendola ad avere rapporti sessuali ovviamente non consensuali. Non solo: il suo aguzzino l'avrebbe chiusa in casa a chiave quando andava a lavorare impedendole di uscire se non in sua compagnia. Un incubo, insomma, che stando sempre alla ricostruzione della 37enne sarebbe finito solo grazie all'intervento del suo ex fidanzato, che l'avrebbe riportata a Cagliari, dove poi la donna ha sporto denuncia ai carabinieri.

Una versione dei fatti che però Luigi Morlè ha sempre smentito nettamente dichiarandosi innocente. Lo ha fatto anche questa mattina quando, difeso dal suo avvocato, Egidio Caredda, ha ascoltato la sentenza di assoluzione del tribunale. La ricostruzione della presunta vittima non aveva convinto nemmeno la pm Milena Aucone, che infatti ha chiesto l'assoluzione per l'imputato. Sulla richiesta di condanna ha invece insistito la parte civile rappresentata dall'avvocato Diego Mastromarino.

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