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Medici Senza Frontiere lascia il centro d’accoglienza di Pozzallo: “Governo non fa niente”

Medici Senza Frontiere annuncia l’abbandono della struttura d’accoglienza di Pozzallo per la mancanza dei requisiti minimi di dignità e rispetto dei diritti. Un gesto che arriva dopo 3000 consultazioni mediche gratuite, dopo i medicinali e dopo il presidio assicurato tutto il giorno in supporto al Servizio Sanitario Pubblico. In Italia ci vuole coraggio ad essere buoni ma, in alcuni contesti (istituzionali) è addirittura impossibile farlo.
A cura di Giulio Cavalli
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Medici Senza Frontiere l'aveva scritto chiaramente nel rapporto del del 17 novembre scorso: «In questo contesto MSF vuole esprimere la propria perplessità e dubbi circa l’adeguatezza e la corretta funzionalità del sistema di primissima accoglienza del CPSA di Pozzallo, […] La persistenza delle inadeguatezze della struttura e dell’erogazione dei servizi al suo interno, incide negativamente su aspetti importanti quali la tutela della salute, l’identificazione e la protezione dei vulnerabili e il rispetto della dignità umana». Il Centro di Accoglienza di Pozzallo non era all'altezza di garantire la "dignità umana" per sovraffollamento, disorganizzazione, scarsa tutela legale e rispetto dei diritti e per questo l'associazione aveva ritenuto doveroso alzare la voce durante un'audizione in Commissione d'Inchiesta. Ma risultati non se ne sono visti e, dice oggi MSF in un durissimo comunicato, «nessun segno concreto di miglioramento o alcuna volontà politica sono stati espressi dalle autorità locali e nazionali lasciando presagire il permanere di un modello strutturalmente inadeguato».

Per questo oggi Medici Senza Frontiere «annuncia l’uscita dal CPSA di Pozzallo e la chiusura del progetto di supporto psicologico nei Centri di Accoglienza Straordinaria della Provincia di Ragusa». Un duro colpo per i delicati equilibri di accoglienza di un centro che già da tempo risulta allo stremo delle forze, in carenza di una reale attenzione da parte del Governo. "Nonostante le nostre richieste, le condizioni precarie e poco dignitose in cui vengono accolti migranti e rifugiati appena sbarcati – quali sovraffollamento, scarsa informazione legale e tutela dei diritti – rischiano di rimanere la realtà del futuro”, dichiara Stefano di Carlo, capo missione MSF in Italia. “In queste condizioni, la nostra capacità di offrire una risposta efficace ai bisogni medici e psicologici delle persone vulnerabili – come le donne gravide, i minori e le vittime di tortura – accolte nel centro di Pozzallo e nei centri di accoglienza di Ragusa è estremamente limitata”.

Per capire le proporzioni basta sapere che a Pozzallo solo nell'ultimo anno sono transitate circa 150.000 persone di cui circa 15.000 arrivate via mare e sbarcate al porto cittadino. Medici Senza Frontiere ha supportato l'Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa con screening sanitario all'arrivo degli ospiti e un presidio medico attivo giorno e notte. Sono state 3.000 le consultazione mediche e appena sotto il migliaio il numero di medicine fornite, oltre al supporto psicologico e d'accoglienza. Se ne va quindi oggi un polmone fondamentale dell'attività in atto. Oggi marcisce un pezzo di solidarietà.

“Sempre meno attenzione viene data alla protezione delle persone più vulnerabili che arrivano provate dal lungo viaggio. Durante lo sbarco e la prima accoglienza l’aspetto medico-umanitario deve avere la priorità e il benessere psico-fisico delle persone deve essere assicurato”, sostiene la Dott.ssa Federica Zamatto, responsabile medico per MSF dei programmi sulla migrazione. “Proprio mentre il centro di Pozzallo si appresta a diventare un hotspot, siamo estremamente preoccupati che si trasformi nel modello della prima accoglienza in Italia, un modello che riteniamo del tutto inadeguato”.

MSF comunica comunque che continuerà «le sue attività di supporto a rifugiati e migranti in Italia in vari progetti a Trapani, Catania, Roma e Gorizia» ma, scrivono, «insiste per il rispetto di condizioni adeguate di accoglienza e per l’adozione di un modello che presti maggiore attenzione alle esigenze dei soggetti più vulnerabili».

La notizia, vedrete, sarà bisbigliata, seminascosta e poco considerata eppure è un urlo: in Italia ci vuole coraggio ad essere buoni ma, in alcuni contesti (istituzionali) è addirittura impossibile farlo. Buone feste. Già.

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Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Collaboro dal 2013 con Fanpage.it, curando le rubriche "Le uova nel paniere" e "L'eroe del giorno" e realizzando il format video "RadioMafiopoli". Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.
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