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Ode al pedale, il Napoli Bike Festival tenta la rivoluzione

Per tutto lo scorso week end Napoli è stata capitale della bicicletta. Occasione di un momento di riflessione per capire, volendo, come potrebbe cambiare la nostra mobilità.
A cura di Andrea Parrella
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Venerdì, sabato e domenica oramai scorsi, si è tenuto a Napoli un festival atipico per la città partenopea. Per la prima volta la capitale ideale del mezzogiorno italiano ha fatto fronte ad una questione che si annuncia cruciale nell'ottica di uno sviluppo urbano sostenibile, ovvero la mobilità alternativa ed ecologica della bicicletta. Capire se il movimento che prova a contagiare Napoli da qualche mese, ovvero una tentata rivoluzione sociale verso l'assorbimento della bici come mezzo di trasporto, fosse sostenuto dai cittadini e non solo un'idea sostenibile: questo è quello che ci si dovrebbe chiedere.

Abbiamo parlato con gli addetti ai lavori della bicicletta, coi cittadini, coi fautori del movimento, il tutto per evidenziare un rischio, ovvero quello che l'afflato di entusiasmo nei confronti di una mobilità diversa si possa arrestare ad essere una moda passeggera, che termina con l'estate, col sole che si affievolisce nel suo vigore. Perché questo non accada c'è la necessità della collaborazione di tutti (altrimenti non si tratterebbe di un'ipotetica rivoluzione sociale), cittadini ed istituzioni. I primi a superare il tabù mentale di non aver concepito un'alternativa alla mobilità in auto, per dimostrare alle istituzioni appunto, che una fiducia c'è, che il tutto possa contribuire a generare un benessere generale non percepibile sino a quando non toccato con mano.

Le istituzioni hanno il dovere di non arrestarsi ad operazioni propagandistiche, proseguire con lo stesso spirito che li ha mossi a dare una spinta iniziale al "movimento", che conserva tuttavia ancora imperfezioni clamorose le quali, se affrontate e modificate nel tempo, potrebbero essere ritenute semplicemente fisiologiche. L'inter – modalità, questa la parola d'ordine. Ovvero la facoltà per i cittadini di alternare percorsi in bici e con mezzi pubblici potendo avere una via scorrevole, senza ostacoli, che conduca dovunque. Il potenziamento dei servizi è elemento irrinunciabile, così come una costante educazione civica. Inaspettatamente, una semplice pista ciclabile può generare profitti e possibilità lavorative. Basta volerlo. L'augurio è che Napoli, come l'Italia tutta, anche se con decenni di ritardo, prenda coscienza di sé, incominciando a scegliere la bicicletta.

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