Obbligava la figlia e la nipote a prostituirsi, poi spendeva i soldi al Bingo
La squadra mobile di Genova ha sgominato una banda composta da quattro persone, tutti di origine romena e imparentati tra loro, che reclutava e poi induceva alla prostituzione alcune connazionali. A capo dell’organizzazione c’era una donna di 60 anni da tempo residente a Genova che avrebbe obbligato a prostituirsi sia la figlia che la nipote appena maggiorenne. Insieme alla 60enne sono stati arrestati un figlio, un’altra figlia e una cugina. Almeno dieci le donne che la banda avrebbe obbligato a prostituirsi in strada a Sampierdarena. A finire in manette M.M., 60 anni, M.L.M., 40 anni, N.C.M., 35 anni e L.C.M., 29 anni. Tutti sono nati a Hateg e tutti vivevano da tempo a Genova e “reclutavano” con inganno ragazze romene. Cercavano soprattutto giovani di famiglie umili che vivevano in stato di indigenza.
A denunciare la 60enne è stata una delle figlie – L'indagine è partita un anno fa dalla denuncia della terza figlia della 60enne, mamma della ragazza costretta a prostituirsi. Gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al reclutamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione. Per fare guadagnare più soldi alle prostitute sfruttate, la 60enne obbligava le donne ad assecondare i clienti su ogni richiesta e anche ad avere rapporti sessuali non protetti. Parte dei guadagni venivano inviati in Romania mentre altri investiti in gioielli. La 60enne a capo dell'organizzazione spendeva molti soldi anche per giocare allo slot machine e al Bingo. Da quanto è emerso, i quattro avrebbero costretto a lavorare in strada anche una ragazza al settimo mese di gravidanza.