O la cresta o la scuola: la storia di Kevin Carvelli e dei suoi capelli

Kevin Carvelli ha solo 14 anni, ma già può raccontare in giro un paio di storie alle quali all'apparenza non crederebbe mai nessuno. La prima è che da quando è nato non è mai andato dal barbiere. Basta guardare i suoi capelli per non avere alcun dubbio su questo punto. La seconda riguarda proprio la sua incredibile chioma. E' lunga oltre un metro, ma in altezza. Un vero e proprio primato, tanto che il suo nome è stato scritto sul Guinness World Record come la persona dalla cresta più alta. E' facile immaginare che, come ogni ragazzino di quella età, Kevin – nato a Lecco e figlio di un ristoratore di Valmadrera – va fiero dei suoi capelli, grazie ai quali può vantare conoscenze nel campo della moda e dello spettacolo: da Teo Teocoli a Mara Maionchi, da Teo Teocoli a Elena Santarelli.

Ma c'è un problema. La scuola che Kevin frequenta – il Casnati di Como, indirizzo aeronautico – è molto selettiva e rigorosa con i suoi allievi. «Non sono ammesse creste o rasta» ha spiegato al padre Pino il presidente dell’istituto, Davide Discacciati, come racconta Il Giorno, «lo prevede il regolamento del nostro istituto ma anche la tradizione dell’aeronautica». Sulla stessa lunghezza d'onda pure il provveditore agli studi di Como, Claudio Merletti, convinto che per alcuni indirizzi la forma e le regole vengono prima di ogni altra cosa. Ed effettivamente nel regolamento del Casnati prevede un certo contegno in quanto a capelli: al massimo, sono tollerati di una spanna, non certo lunghi un metro e dieci come quelli di Kevin.
Insomma, Kevin deve scegliere: o la cresta o la scuola.
«A settembre quando ho iniziato la scuola mi hanno detto che i capelli lunghi, se legati non erano un problema – racconta Kevin Carvelli a La Provincia di Varese-, nei giorni scorsi hanno informato mio papà che devo tagliarli. E' stato un colpo per me, non me lo aspettavo.
La tregua tra i capelli di Kevin e la scuola che frequenta è dunque saltata. Anche se di richiami scritti ufficiali per il momento non ce ne sono, sembra proprio che l'unica alternativa, prima di arrendersi di fronte ad un paio di forbici, sia quella di cambiare istituto. Con la speranza che in Italia ce ne sia qualcuno che consente di diventare piloti con la cresta.