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Nuovo report shock di Essere Animali: “Batteri resistenti agli antibiotici sulla carne di pollo Lidl”

Secondo un nuovo report dell’associazione Essere Animali, su 24 campioni di carne Lidl analizzati in Italia, quasi uno su due contiene un enzima prodotto dai batteri e in grado di conferire loro resistenza a uno o più antibiotici e il 46% delle confezioni analizzate risulta contaminato da salmonelle.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Un nuovo report shock sugli allevamenti di polli per il mercato della carne dimostra che l'impiego di antibiotici per nutrire gli animali negli allevamenti intensivi ha aumentato la diffusione dell'antibioticoresistenza, ad oggi una delle più gravi minacce per la salute umana a livello mondiale. I batteri patogeni, infatti, diventano ancora più pericolosi quando sono portatori di geni che li rendono resistenti ai farmaci. L'uso di antibiotici negli allevamenti intensivi ha portato al progressivo aumento dell'antibioticoresistenza e quindi dei morti: nel 2019 sono decedute più di 1,2 milioni di persone nel mondo a causa di questo fenomeno e nel 2050 il numero potrebbe raggiungere i 10 milioni.

Il report è realizzato dall'associazione Essere Animali che ha fatto analizzare la carne presente nei supermercati. L'associazione, dopo l'ultima analisi sulla presenza di white striping nella carne di pollo Lidl, ha preso come campioni alcuni prodotti di carne di pollo sul mercato e dalle analisi è emerso che i polli degli allevamenti intensivi vengono cresciuti "in modo inadeguato alle loro esigenze con diversi problemi di salute". Quello che ancora non era emerso, spiega l'associazione, sono "gli eventuali possibili rischi per i consumatori di un sistema produttivo più interessato a fare grandi numeri che agli impatti negativi generati".

L'analisi sulla carne Lidl

Sempre nel report, Essere Animali sottolinea che "Lidl è la più grande catena di supermercati in Europa e di conseguenza uno dei più grandi distributori di carne del nostro continente". "Gli impegni presi da Lidl influenzano direttamente gli standard di allevamento di decine di milioni di polli – scrive l'associazione -. Per questo, l’azienda ha una responsabilità particolare nella gestione e nello sviluppo delle filiere da cui provengono i prodotti che vendono a loro marchio. Tuttavia, finora Lidl non ha voluto assumersi nessun impegno ad attuare miglioramenti tangibili e significativi, facendo riferimento al fatto che la richiesta dello European Chicken Commitment (ECC) non sarebbe applicabile nel nostro Paese".

La posizione di Lidl Italia

Nella stessa relazione è riportata la posizione di Lidl Italia, che in relazione ai risultati dell'analisi del nostro Paese ha affermato di essere da anni impegnata nello sviluppo continuo degli standard di benessere animale. "Lidl sostiene di collaborare attivamente con i fornitori e dialogare con le Ong per promuovere pratiche sostenibili e garantire che la carne fresca di pollo provenga da allevamenti con standard migliori – si legge nella nota sulla posizione dell'azienda -. Lidl dichiara inoltre di seguire da vicino il dibattito sull'European Chicken Commitment supportando l'obiettivo di migliorare il benessere degli animali negli allevamenti".

Nonostante queste affermazioni, sempre secondo l'associazione, Lidl non avrebbe ancora aderito all'ECC in Italia. "Nel nostro Paese – aggiunge Essere Animali – diverse aziende italiane tra cui Carrefour, Cortilia ed Eataly, hanno già sottoscritto l’ECC, dimostrandone così la fattibilità. Sebbene Lidl abbia fatto dichiarazione di impegnarsi, rimane la percezione che non abbia ancora compiuto passi concreti e significativi per allinearsi agli standard scientificamente validati per il benessere dei polli".

I risultati sulla carne analizzata in Italia

Essere Animali, insieme ad altre organizzazioni europee tra cui Fondazione Albert Schweitzer in Germania, Observatorio de Bienestar Animal in Spagna, Open Cages nel Regno Unito e Otwarte Klatki / Fundacja Alberta Schweitzera in Polonia, ha commissionato a un laboratorio di ricerca indipendente e accreditato l'esecuzione di alcune analisi microbiologiche sulla carne di pollo dei negozi Lidl di 5 Paesi europei (Germania, Italia, Polonia, Regno Unito e Spagna). A livello europeo tra il dicembre 2023 e marzo 2024 sono state acquistate per le analisi 142 confezioni di carne fresca di pollo a marchio Lidl in 22 negozi sparsi nei 5 Paesi europei. Per l'Italia ne sono state acquistate 24 da 4 punti vendita situati a Roma, Firenze e Milano.

Appena acquistata, la carne è stata immediatamente confezionata in borse frigo e trasportata con un mezzo di trasporto refrigerato direttamente al laboratorio, dove poi è stata analizzata dal punto di vista microbiologico. La catena del freddo è stata rigorosamente rispettata e continuamente monitorata durante l’intero tragitto. Il laboratorio ha analizzato la carne per verificare la presenza di alcuni batteri quali Salmonella, Campylobacter jejuni, Listeria monocytogenes, Escherichia coli ed Enterococcus e di altri batteri resistenti agli antibiotici (in particolare batteri produttori di ESBL e stafilococco aureo resistente alla meticillina).

Alcuni campioni sono risultati positivi alla presenza di batteri produttori di Esbl. Tra i ceppi presenti sono stati identificati Klebsiella pneumoniae, Escherichia coli (indicatore impiegato comunemente per monitorare la diffusione dell’antibioticoresistenza) e Serratia fonticola.

Dei 24 campioni comprati da Lidl, secondo l'associazione, il 54% (13) risultano positivi a listeria, un batterio patogeno responsabile della listeriosi, infezione dovuta all'ingestione di cibo contaminato. In Europa la listeriosi è tra le zoonosi caratterizzate dagli esiti più preoccupanti in termini di ricoveri ospedalieri e di decessi: la malattia può manifestarsi con sintomi molto gravi e in alcuni casi portare alla morte se contratta da persone fragili come anziani, neonati e donne in gravidanza.

Il batterio viene invero disattivato dalla cottura ma può permanere sulle superfici della cucina che vengono a contatto con la carne cruda e in questo modo le stesse superfici contaminate possono diventare potenziali vettori di trasmissione.

Per quanto riguarda la presenza di salmonelle con resistenza agli antibiotici, non è stata rilevata in nessuno dei campioni provenienti da Germania, Spagna e Regno Unito (per quanto riguarda la Polonia, l'incidenza è bassa ma esistente), a differenza di quanto rilevato invece nei campioni italiani. Come per la listeria, anche le salmonelle vengono disattivate dalla cottura ma permane sulle superfici che possono diventare vettori di trasmissione.

La tabella presente nel report di Essere Animali
La tabella presente nel report di Essere Animali

I dati sulle confezioni di carne in Italia

Tra le confezioni di Lidl Italia analizzate, invece, il 75% (18) è risultato contaminato da Escherichia coli e il 50% (12) da enterococchi. Secondo quanto riportato da Essere Animali, i dati pubblicati nel monitoraggio del Ministero della Salute evidenziano che, rispetto alla media europea, "la presenza di batteri multiresistenti è ancora elevata nelle filiere italiane di polli allevati per la produzione di carne".

Secondo le indagini dell'associazione, le analisi compiute sui campioni di carne acquistate nei punti vendita Lidl Italia mostrano che il 46% (11) delle confezioni è contaminato da batterio produttori di ESBL e il 33% (8) contaminato da ceppi di batteri produttori di ESBL multiresistenti a 3 delle 4 classi di antibiotici testate.

Le infezioni neutralizzate dalla cottura della carne

Nel report è specificato che la carne che entra nella casa delle persone rappresenta un "possibile" rischio di contrarre infezioni di origine alimentare che però vengono "neutralizzate" dalla cottura. Nonostante questo, però, il fatto che la carne "venga in contatto con superfici e utensili, oltre che con le mani di chi la prepara" può "rendere questi oggetti a loro volta potenziali vettori di trasmissione".

"Le possibili infezioni di questi batteri diventano ancora più preoccupanti quando questi portano con sé geni in grado di conferire loro resistenza agli antibiotici" sottolinea ancora Essere Animali.  "Aderendo allo European Chicken Commitment – continua l'associazione -. Lidl si impegnerebbe a ridurre le densità di allevamento, abbandonare le razze a rapido accrescimento e garantire agli animali un ambiente migliore in cui esprimere i propri comportamenti naturali".

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