Nuovo arresto per gli scontri dei Black Bloc a Roma
Si ricompongono pian piano i tasselli della giornata del 15 ottobre, quando qualche centinaio di violenti e black bloc prese il possesso della manifestazione degli indignati scatenando violenze e scontri con le forze di Polizia.
Ieri arrestato un altro dei giovani coinvolti negli episodi di Piazza S. Giovanni. I carabinieri di Pisa hanno fermato un ragazzo di 28 anni, Carlo Seppia, di San Miniato, in Toscana, accusato di essere uno di quelli che appiccarono il fuoco alla camionetta dei carabinieri, mettendo in pericolo la vita dei due militari che erano a bordo del mezzo bloccato in Piazza. Il giovane, sembra appartenente all’area antagonista, è stato riconosciuto da una foto apparsa sui giornali da un suo concittadino che ha allertato i carabinieri. Ancora una volta sono utilissimi le tante foto e i video ripresi quel giorno e che ora gli inquirenti stanno esaminando per fermare i colpevoli delle devastazioni.
Il ragazzo è stato immortalato mentre versava benzina da una bottiglia nel furgone blindato. Il giovane ha rigettato le accuse giustificandosi con il fatto che il contenuto della bottiglia non fosse liquido infiammabile ma una semplice bevanda. Non ha negato la sua presenza vicino al furgone dei carabinieri e non avrebbe potuto farlo visto che conservava a casa proprio una sua foto durante gli scontri con le forze dell’ordine.
Il ragazzo è il terzo a finire in carcere per gli scontri del 15 ottobre dopo Fabrizio Filippi, detto Er Pelliccia, intento a scagliare un estintore contro la polizia e lo studente Leonardo Vecchiolla di Ariano Irpino bloccato sabato scorso. Quest’ultimo insieme a Seppia è accusato di tentato omicidio nei confronti dei due militari dell’Arma nell’episodio dell’incendio del blindato. Dopo le prime decisioni del gip su dodici fermati durante gli scontri, nuovo provvedimento restrittivo nei confronti di altri denunciati a piede libero. Agli arresti domiciliari cinque minorenni fermati durante o subito dopo gli scontri del 15 ottobre. Per loro, tutti incensurati, le accuse sono di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento e incendi. Nelle operazioni dei carabinieri sequestrati anche numerosi armi improprie, volantini di propaganda e maschere antigas.
Per i violenti, ora oltre al processo per i reati contestati, si prospetta anche una richiesta di risarcimento dei danni allo studio del Comune di Roma. Il Sindaco Alemanno ha detto “Roma è rimasta ferita e vuole essere risarcita” e ha confermato che l’amministrazione sta raccogliendo pratiche e verificando l’entità dei danni prima di decidere la cifra complessiva.