Nuovi sbarchi a Lampedusa: in 347 sfidano il mare a bordo di un barcone
Mentre prosegue vigorosa la protesta dei ribelli in Libia, sulle coste italiane continuano ad arrivare clandestini nordafricani. Affamati, stanchi, con gli occhi che raccontano il terrore della miseria, i profughi sono reduci da un’avventura in mare aperto a bordo di malconci barconi; si muovono a centinaia per un viaggio di speranza e libertà: storia di ordinaria disperazione sulle coste di Lampedusa.
Ordinaria disperazione anche stanotte, quando attorno alle ore 3.30 347 anime disperate, di cui 4 donne, sono sbarcate a Lampedusa; i profughi sono tutti nordafricani tranne due: si tratta di giornalisti tedeschi imbarcatisi con i profughi per testimoniare il viaggio, durato più di ventiquattro ore, con una telecamera. Il barcone era stato avvistato diverse ore prima da una nave della Marina militare, mentre la Guardia Costiera si è occupata delle operazioni di recupero.
La situazione sull’isola si fa di ora in ora più grave, il centro d’accoglienza è stracolmo di immigrati e comprensibilmente la popolazione di Lampedusa è esasperata. Il centro di Lampedusa dovrebbe essere addetto allo smistamento: un luogo dove offrire ristoro temporaneo agli immigrati da assegnare agli altri centri dislocati lungo lo Stivale. Sbarco dopo sbarco, la fase due, ovverosia quella di smistamento, viene puntualmente ritardata, il motivo di quest’occorrenza è dovuto al fatto che in quasi tutti i centri italiani risulta un esubero di immigrati.
A commentare la situazione è intervenuto Bernardino De Rubeis, sindaco di Lampedusa accusato di razzismo recentemente:
Non si erano ancora visti barconi così grandi e penso che non vedremo più imbarcazioni con 20 o 30 tunisini, come invece avveniva nei primi giorni. Oggi doveva essere azzerato il Centro d'accoglienza con la partenza dei rimanenti 216 immigrati ospiti della struttura, invece adesso se ne aggiungono altri 347 e non si sa se ce ne saranno altri.
Intanto il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, intervenuto di fronte alla Commissioni Affari costituzionali ed Esteri di Camera e Senato paventa il rischio terrorismo; secondo Maroni, infatti, in Libia e in Tunisia ci sarebbero in tutto 120.000 persone accampate: una situazione di stallo che, a detta del Ministro potrebbe provocare infiltrazioni terroristiche da parte di Al Qaeda.