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Nuovi contagi in Veneto, Crisanti a Zaia: “Ordinanze più severe? Basta fare i tamponi”

“Non si tratta di fare ordinanze più severe o meno, ma di capire l’origine dei focolai e applicare le misure per spegnerli. La ricetta ce l’abbiamo: fare il tampone”: così Andrea Crisanti, docente di microbiologia all’Università di Padova, ha commentato l’annuncio del Governatore del Veneto Zaia di un’ordinanza con misure più restrittive dopo che l’indice Rt è salito a 1,63.
A cura di Susanna Picone
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"Non si tratta di fare ordinanze più severe o meno, ma di capire l'origine dei focolai e applicare le misure per spegnerli. La ricetta ce l'abbiamo: fare il tampone a tutti i contatti, amici, parenti e vicini. Non ci sono altre ipotesi. Ci sono disposizioni ministeriali per chi disattende le misure di quarantena. Zaia dice che non basta la multa di mille euro? Sarebbe interessante cominciare a farle, le multe". A parlare così, intervenendo a Radio Capital, è il professor Andrea Crisanti, docente di microbiologia all'Università di Padova. Crisanti ha commentato la decisione del presidente del Veneto Luca Zaia di inasprire le regole dopo gli ultimi casi di diffusione del Covid-19 nella regione. "Zaia si avvale in questo momento di due esperti – ha aggiunto Crisanti – uno che coordina tutti i laboratori di microbiologia del Veneto, e l'altro che è il suo virologo di fiducia. Entrambi hanno firmato la lettera di Zangrillo che dice che il virus non ci sta più, e ora improvvisamente lo riscopre?". Per Crisanti, il peggioramento della situazione va visto in termini prospettici, "se ci sono dei focolai e questi focolai si può identificarli ed eliminarli, siamo nella normalità”. “L'Italia non è una bolla – ha detto ancora -, nel mondo ieri ci sono stati 215mila casi. La realtà sarà caratterizzata da continui focolai, bisogna non farseli sfuggire di mano”.

Crisanti non è preoccupato per i casi di Covid in Veneto

Il professor Crisanti ha parlato anche a margine di un incontro col viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, e ha detto di non essere preoccupato per l’aumento dei casi di Coronavirus in Veneto. "Io avevo detto già da tempo che il futuro sarebbe stato caratterizzato da focolai. Stiamo seguendo la strada tracciata a Vo', finché abbiamo la capacità di individuarli e di spegnerli non sono preoccupato”, ha spiegato commentando appunto l'aumento dell'indice di contagio da Coronavirus in Veneto. "Se uno prende il dato su scala microscopica non ha nessun significato, ci sono più casi e la sfida si misura sulla capacità di identificarli – ha aggiunto Crisanti – Sull'R0 non abbiamo nessun controllo, l'unica cosa che possiamo fare è aderire alle misure di distanziamento".

Zaia vuole una ordinanza più severa

In Veneto, dove la battaglia contro il Coronavirus sembrava vinta, c'è stato un improvviso aumento dei contagi e ora il rischio da "basso" è salito ad "elevato", con l'R con T salito da 0,43 a 1,63. L'impennata dei casi è dovuta a un focolaio scoperto a Vicenza partito da un imprenditore rientrato da un viaggio in Bosnia e che dopo i sintomi aveva rifiutato anche il ricovero. Per questo il governatore Zaia ha annunciato che inasprirà le misure di prevenzione, chiedendo il ricovero coatto per chi rifiuta le cure.

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