Nuova variante Omicron, Salmaso a Fanpage.it: “C’è la possibilità che possa eludere il vaccino”
Una nuova variante Covid sta mettendo in allarme il mondo. Si chiama B.1.1.529 (ribattezzata a livello internazionale variante Omicron), è stata identificata per la prima volta l'11 novembre scorso in Botswana e si sarebbe diffusa rapidamente in alcuni paesi africani nei confronti dei quali i Paesi occidentali nelle ultime ore stanno introducendo restrizioni ai viaggi per limitare la circolazione virale. Le notizie a disposizione sono ancora poche, ma tre le caratteristiche della B.1.1.529 ci sarebbe l'alto numero di mutazioni, ben 32, della proteina spike. Ma quanto è rischiosa per l'Italia e per l'Europa e soprattutto quanto dobbiamo preoccuparci al momento?
Fanpage.it lo ha chiesto a Stefania Salmaso, membro dell’Associazione Italiana di Epidemiologia che ha diretto a lungo il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della Salute dell'Istituto superiore di sanità (Iss), che ci ha spiegato cosa sappiamo finora sulla variante africana.
Dott.ssa Salmaso, quanto dobbiamo preoccuparci per questa nuova variante Covid?
"In realtà, sappiamo ancora poco di questa variante e di conseguenza non sappiano neanche quanto dobbiamo preoccuparci. Uno dei fattori che sono importanti è quello di stabilire se effettivamente questa variante sia più contagiosa di quelle che circolano adesso, se effettivamente abbia un vantaggio selettivo, e soprattutto se possa sfuggire o meno alla copertura immunitaria fornita dai vaccini. Ma le informazioni che abbiamo sui casi osservati in Sudafrica, che al momento ne sono 22, e altri occasionali, sono veramente ridotte. Molti sono stati rintracciati per screening su viaggiatori e neanche per infezioni conclamate. Bisogna ancora capirne l'estensione. Certo è che siccome presenta numerose mutazioni, c'è la seria possibilità che possa sfuggire agli anticorpi indotti dalla vaccinazione".
Ha fatto bene il ministro Speranza a firmare l'ordinanza che vieta l’ingresso in Italia a chi negli ultimi 14 giorni è stato in Sudafrica, Lesotho, Botswana, Zimbabwe, Mozambico, Namibia, Eswatini così come hanno fatto altri paesi europei ed Israele?
"Attualmente è ripartita la serie di misure che all'inizio sono di contenimento e poi di mitigazione. Per cui quello che si sta cercando ora di fare è ritardare quanto più possibile l'ingresso dell'infezione in Italia. È pur vero che all'inizio della pandemia guardavamo alla Cina quando il virus in realtà già circolava ampiamente in Italia, quindi possiamo dire che ritardare i viaggi in un momento così globalizzato può frenare di poche settimane l'introduzione virale. Ma se è più contagiosa e più efficiente nella trasmissione osserveremo certamente dei casi anche in Italia, ma l'importante è capire se la copertura vaccinale è efficace anche nei confronti di questa infezione".
A tal proposito, perché preoccupano le 32 mutazioni della proteina spike? Può spiegarcelo?
"I virus cambiano continuamente insieme al loro genoma e alle sue proteine. Noi siamo particolarmente attenti alla proteina spike, che si trova sulla superficie del virus. Ogni parte della proteina spike di fatto può essere un obiettivo di anticorpi specifici che vanno ad attaccarsi a quella parte di proteina. Noi ci siamo immunizzati nei confronti di una proteina spike che era quella iniziale del virus, su cui sono stati messi a punto i vaccini che abbiamo a disposizione. Ogni cambiamento che si verifica fa sì che gli anticorpi non riconoscano e non si riescano ad attaccare al pezzo di proteina che rappresenta il loro obiettivo. Quindi più mutazioni ci sono meno gli anticorpi che abbiamo riescono a bloccare le varie parti di questa proteina".
Cosa succede quindi con i vaccini che abbiamo ora a disposizione?
"I vaccini a mRna sono stati largamente adottati e benvenuti anche perché sono dei vaccini facili da aggiustare su nuove varianti. Certo, non è una cosa che si fa dall'oggi al domani ma verrà fatto quando si osserveranno mutazioni che sono molto frequenti e contro i quali le vaccinazioni precedenti non avranno efficacia. Ma noi non siamo ancora a quel livello. Per il momento continuiamo a osservare la nuova variante. Tuttavia, il fatto che ci siano 22 casi confermati in così breve tempo è un segnale che non bisogna trascurare, anche se non possiamo parlare di massima allerta. D'altronde, se la maggior parte del mondo non ha accesso al vaccino, in particolare quella parte in cui l'infezione circola in modo incontrollato, abbiamo molte probabilità che le replicazioni del virus che si verificano nelle persone contagiate diano origine a combinazioni nuove e varianti nuove. Bisogna vaccinare tutti".