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Nuoro, uccise i nipoti a colpi di pistola per questioni d’eredità: a 90 anni torna in carcere

Il ricorso presentato dai legali di Giuseppe Doa è stato respinto in Cassazione. L’uomo è stato quindi accompagnato in carcere dove deve ancora scontar 29 anni e quattro giorni di reclusione per il duplice omicidio dei due fratelli di 43 e 45 anni, Roberto e Andrea Caddori, avvenuto nell’agosto del 2016 ad Arzana.
A cura di Biagio Chiariello
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Andrea Caddori, Giuseppe Doa e Roberto Caddori
Andrea Caddori, Giuseppe Doa e Roberto Caddori

Nel 2016 uccise a colpi di pistola ad Arzana, in provincia di Nuovo, i due nipoti per una questione legata a una eredità. Per questo Giuseppe Doa è stato arrestato dai carabinieri di Castiadas a Costa Rei (Muravera). L'uomo ha 90 anni e deve scontare ancora 29 anni e quattro giorni in carcere per il duplice omicidio.

Finora era sottoposto all’obbligo di dimora in relazione a un provvedimento emesso dal tribunale di Lanusei nel 2016, ma ora la condanna è diventata definitiva. La Cassazione ha infatti respinto il suo ricorso è ha dato esecuzione di una sentenza emessa dalla Corte d’assise d’appello di Cagliari.

Giuseppe Doa aveva 83 anni quando nel pomeriggio del 10 agosto 2016 esplose alcuni colpi di pistola contro due nipoti vicini di casa, i fratelli Roberto e Andrea Caddori, 46 anni il primo, 43 il secondo. Feriti entrambi erano stati subito trasportati al vicino ospedale di Lanusei, dove erano morti poco dopo il ricovero. L'anziano era stato fermato solo all'alba del giorno dopo nelle vicinanze dell’ospedale Nostra Signora della Mercede del centro ogliastrino.

Secondo quanto ricostruito dalla difesa di Doa, l'uomo avrebbe agito per un eccesso di legittima difesa, sostenendo che l'anziano, temendo di essere sopraffatto dai nipoti più giovani, avrebbe sparato a questo ultimo. La lite tra i tre era stata innescata da un diverbio per questioni economiche. L'uomo era convinto che sua sorella Maria volesse intestare alcuni suoi beni alla badante, quest'ultima sorella delle vittime.

L'uomo è stato accompagnato alla casa circondariale di Uta dove deve scontare il residuo di pena di 29 anni e 4 giorni.

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