Nube radioattiva in Italia: tracce di iodio 131 in diverse regioni
Non accennano a placarsi i timori per la nube radioattiva in Italia. Da qualche giorno i cieli italiani contengono masse d’aria provenienti dall’esplosione della centrale nucleare di Fukushima in Giappone, provocata dal devastante terremoto che si è abbattuto sul nord-est del Paese lo scorso 11 marzo. Più precisamente, nell'aria che respiriamo sono state rilevate tracce di iodio 131, un elemento di natura tossica che rappresenta il primo indicatore di radioattività derivante, appunto, ad un incidente atomico. La sostanza, dopo avere attraversato Oceano Pacifico, Nord America e Oceano Atlantico, è arrivata anche nel Vecchio Continente, diluendosi in maniera considerevole, ed oggi l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha ufficialmente annunciato che la rete di sorveglianza collocata su tutto il territorio italiano ha individuato dei "livelli minimi" di iodio 131 in Lombardia, Valle d'Aosta, Piemonte, Bolzano, Friuli Venezia Giulia, Toscana, Umbria e, specialmente, in Emilia Romagna.
A darne conferma è il Centro tematico regionale radioattività ambientale della sezione Arpa di Piacenza, che nel fine settimana scorso ha eseguito esami approfonditi. Tuttavia il direttore, Sandro Fabbri fa capire che non c'è assolutamente bisogno di allarmarsi, visto che il picco rilevato post Chernobyl era stato di 40.000 millibecquerel per metro cubo, mentre una traccia di iodio 131è pari a 0,13 mBq/m3., dunque 400mila volte superiore a quella rilevata qui in Italia. Sulla stessa lunghezza d'onda è anche Lamberto Matteocci, esperto dell'ISPRA:
Non c'è motivo di preoccuparsi Parliamo di quantità davvero minime, centinaia di volte inferiori a quelle che hanno interessato Stati Uniti e Canada. La stessa situazione si sta verificando in Francia e Spagna. Queste tracce non determinano l'alterazione dei valori del cosiddetto fondo di radioattività ambientale, quello che è presente in natura.
Ma che cos'è di preciso lo iodio 131? E’ un radioisotopo, che viene utilizzato come riferimento nei casi in cui ha luogo un incidente nucleare. Sublima molto facilmente e colpisce principalmente la tiroide, e spesso è origine di tumori. C'è da dire che tutti gli italiani in Giappone nelle zone colpite dalla nube radioattiva sono risultati negativi agli esami e in nessun caso si è ritenuto indispensabile somministrare pillole di ioduro di potassio.
Rassicurante è anche il Ministro della Salute, Ferruccio Fazio, che assicura che non ci sono pericoli e scarta qualsiasi minaccia per gli alimenti. Anche da questo punto di vista, Matteocci tranquillizza: "Le sostanze tossiche dell’aria con la pioggia si depositano su vegetali ed entrano nel ciclo del latte però senza costituire un rischio per il nostro Paese. I valori di contaminazione non sarebbero rilevabili".