Novità in arrivo per gli esodati: via dal lavoro sette anni prima della pensione
La manovra, ora all’esame della commissione Bilancio del Senato, porta novità anche per i futuri esodati. All’interno del pacchetto pensioni della legge di Bilancio, infatti, è prevista anche una misura con la quale si innalza il numero massimo di anni che mancano alla pensione per i dipendenti non più necessari all’azienda: si passa da quattro a sette anni. Questa modifica che verrà introdotta nella manovra interesserà i datori di lavori che hanno mediamente più di 15 dipendenti.
La misura vale per il periodo 2018-2020, un triennio nel quale verranno così valutati i criteri riguardanti gli accordi di esodo anticipato tra datori di lavoro e le organizzazioni sindacali che sono più rappresentative a livello aziendale. Gli accordi che verranno raggiunti avranno comunque sempre bisogno della validazione da parte dell’Inps. Inoltre, sarà necessaria una corresponsione da parte del datore di lavoro sia di una prestazione in favore dei lavoratori che abbiano un importo pari al trattamento di pensione che spetterebbe in base alle regole vigenti, sia una contribuzione dell’istituto di previdenza fino al raggiungimento dei requisiti minimi per il pensionamento.
Chi sono gli esodati
Gli esodati sono i lavoratori ormai vicini al pensionamento che sono stati penalizzati dalla riforma dell’età pensionabile attuata dal governo Monti e dall’allora ministra Fornero. Con quella legge si innalzava l’età pensionabile per gli italiani e in seguito a quella riforma è entrato nel dibattito pubblico il termine esodati, utilizzato per coloro che hanno deciso di lasciare il mondo del lavoro in anticipo beneficiando di una indennità provvisoria dopo aver firmato il licenziamento volontario. Con l’entrata in vigore della legge Fornero questi ex lavoratori si sono trovati senza stipendio, ma anche senza pensione in seguito all’innalzamento dell’età pensionabile. Gli esodati potrebbero essere, secondo alcune stime, poco meno di 400mila e ogni anno, soprattutto in sede di legge di Bilancio, i governi sono intervenuti per le cosiddette clausole di salvaguardia che permettono ai lavoratori di andare in pensione con i requisiti in vigore prima della legge Fornero.