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Cecilia Sala arrestata in Iran

Noury (Amnesty): “Quello di Cecilia Sala è un rapimento, Iran vuole usarla come pedina di scambio”

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, a Fanpage.it sull’arresto di Cecilia Sala in Iran: “Penso che il caso Sala sia l’ennesimo esempio di una politica, che arresta prigionieri che sono considerati delle pedine di scambio. Non oso immaginare cosa possa voler dire passare la notte di Capodanno in una cella da sola”.
Intervista a Riccardo Noury
portavoce di Amnesty Italia.
A cura di Ida Artiaco
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"C'è una tradizione da parte delle autorità iraniane di arrestare cittadini con doppio passaporto o stranieri, in particolare occidentali, e prenderli come ostaggi per scambiarli con qualcosa, come soldi, o con qualcuno, cioè con iraniani che stanno in carcere in Europa. Penso che quello che è successo a Cecilia Sala possa essere definito un rapimento: deve tornare in maniera incondizionata in Italia, non ha fatto nulla che giustifichi tutto questo".

A parlare a Fanpage.it è Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, che ha commentato l'arresto della giornalista italiana Cecilia Sala in Iran lo scorso 19 dicembre. Attualmente è detenuta nel carcere di Evin a Teheran, in regime di isolamento, per aver "violato le leggi della Repubblica islamica".

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Lei ha detto che il caso di Cecilia Sala, arrestata a Teheran più di 10 giorni fa, è da considerarsi un "rapimento". Perché?

"L'Iran ha una ‘lunga tradizione' di fermi di cittadini stranieri o con doppio passaporto per scambi con iraniani detenuti in altri Paesi o anche per soldi. Siccome gli ultimi due europei che sono stati scarcerati  – e che sono tornati rispettivamente in Belgio e in Svezia -, sono stati liberati dopo che i loro paesi hanno rimandato a casa degli assassini, è facile fare due più due. Teheran diceva chiaramente quello che voleva in cambio, non ne ha mai fatto mistero. Voleva un tizio in carcere in Belgio accusato di un attentato nei confronti di esponenti dell'opposizione e voleva un tizio condannato all'ergastolo in via definitiva in Svezia per il massacro nelle prigioni dell'88.

Per questo penso che il caso Sala sia l'ennesimo esempio di questa politica, che arresta prigionieri che sono considerati delle pedine di scambio. In questo senso si può definire rapimento quello che è successo a Cecilia. Ci sono state storie che sono andate avanti anche sei o sette anni o che si sono risolte in pochi mesi".

Sala è accusata di aver "violato le leggi della Repubblica islamica". Che significa?

"Le accuse contro di lei sono volutamente fumose, nel senso che è evidente la contropartita. Il cittadino iraniano fermato all'aeroporto di Milano il 16 dicembre (l'ingegnere esperto di droni Mohammad Abedini Najafabani, ndr) non vogliono che sia estradato negli Stati Uniti. A Teheran potevano prendere un americano, se avessero avuto a portata di mano un americano, ma invece avevano a portata di mano una italiana e hanno preso lei. Se e quando verrà formalizzata una accusa, ci verrà detto che ha violato delle norme relative a contatti che ha avuto o al modo in cui era vestita. Ma sono tutte cose pretestuose. È un po' l'alibi per dire che era venuta con tutte le autorizzazioni e i permessi del caso e poi ha fatto qualcosa che non andava, quando sappiamo che il motivo è un altro. Questo soggetto che è stato fermato a Malpensa, per altro, è un collaboratore dei Guardiani della Rivoluzione quindi in questa situazione in cui in Iran c'è molta debolezza e confusione, può essere anche che ci sia una parte dell'apparato, e cioè proprio i Guardiani della Rivoluzione, che si sono mossi autonomamente".

AL momento, Cecilia Sala è detenuta nel carcere di Evin. Quali sono le condizioni di questa prigione?

"Per prima cosa, essendo lei detenuta in isolamento, non oso immaginare cosa possa voler dire passare la notte di Capodanno in una cella da sola in Iran. In questo modo è privata anche della solidarietà delle detenute politiche che sono molto unite e compatte e che avrebbero potuto essere un sostegno per lei. In generale, le condizioni della prigione sono pessime, lo ha raccontato anche Alessia Piperno dopo i quaranta giorni in cui è stata detenuta. Però, se seguiamo questa logica dello scambio, alle autorità iraniane conviene trattarla bene".

Cosa chiede Amnesty per Cecilia Sala?

"Noi chiediamo il ritorno in maniera incondizionata in Italia: non c'è niente che giustifichi il fatto che possa essere trattenuta un minuto di più in Iran".

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