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Nonostante tutto il 2014 è stato uno anno magnifico grazie a lei

Nonostante i conflitti, le crisi, il dolore, il 2014 è stato l’anno dell’Italia migliore che ha gli occhi di Samantha Cristoforetti.
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Avremmo voluto condividere solo momenti di gioia. Avremmo voluto raccontare un 2014 fatto solo di belle notizie. E invece se n’è andato l’uomo che ci ha fatto sognare, in piedi su un banco, e la donna che era il volto dell’Italia più bella. Se n’è andato Mango ma anche un maestro del calcioSeymour Hoffman e la voce di Woodstock.

Avremmo voluto raccontare un 2014 senza lo scandalo dell’Expo, senza Mafia Capitale o la vergogna del Mose. E invece del 2014 ricorderemo gli 80 euro e le manganellate contro chi protesta, contro le donne incinte e i veleni sotterrati in giro per il paese: dall’Abruzzo a Brescia, passando per Bussi e l’acqua all’arsenico di Roma.

Del 2014 ricordaremo la paura dell’Ebola e i medici eroi che ogni giorno la combattono. La crisi in Ucraina e l’anno maledetto della Malasyan Airlines. Ricorderemo l’inchiesta sulle botte nella "Cella Zero" e la morte di Ciro Esposito in quella terribile notte di maggio. Il 2014 è l’anno di Davide Bifolco, cresciuto e ucciso in quella periferia che ti toglie la bellezza del mondo: a Caivano come a Tor Sapienza. E’ stato l’anno in cui avremmo voluto che il nostro paese facesse un passo avanti sulla legalizzazione della cannabis e sulla legge per le unioni civili. Perché l’amore, quello vero, non ha bisogno di sentinelle.

Ma il 2014 è stato anche l’anno in cui abbiamo riso insieme sulle battute degli sciacalli del web. In cui abbiamo cantato con Meghan Trainor, Pharrell, Rubino, Diodato, Perturbazione, Rocco Hunt, FedezTiziano Ferro e Gianni Morandi. Ma anche con Stromae e degli Stones. Il 2014 è stato l’anno della bellissima Anne Hathaway e di Matthew McConaughey, di Orlando Bloom e di John Turturro. E’ stato l’anno di Herlitzka e di Salvatores.

E’ stato l’anno della Germania che per la prima volta, unita, vince i mondiali. Venticinque anni dopo il muro. Ma è stato anche l’anno dell’Italia, delle sue piccole storie, storie di uomini che provano a raddrizzarla, ogni giorno. Di un sindaco che rinuncia al proprio stipendio. E’ stato l’anno di Benjamin. Ma anche degli angeli: quelli che si rimboccano le maniche per pulire il Sarno e far riemergere Genova. L’anno dell’Italia che nonostante la crisi non dimentica i più deboli. E' stato l’anno di Rosaria Aprea e di Lucia Annibali, due donne simbolo dell’orrore ai cui può giungere un uomo.

Ma il 2014 è stato sopratutto l’anno dell’Italia e della sua grande bellezza: fatta di Manuela che si rialza, di Nibali che stacca tutti sul Tourmalet e di Sorrentino che solleva quella statuetta come fosse la nostra coppa del mondo. E’ stato l’anno di tutti gli italiani che credono nei propri sogni e che ogni giorno lavorano in silenzio per un paese migliore. Anche senza gettarsi un secchio in testa. E’ stato l’anno dell’Italia che conquista le stelle con la prima donna nello spazio.

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Ex direttore d'AgoraVox, già professore di Brand Strategy e Comunicazione Pubblicitaria Internazionale presso  GES -  Grandes Écoles Spécialisées di Parigi. Ex Direttore di Fanpage.it, oggi Direttore di Deepinto.
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