“Non vedo l’ora che arrivi la polizia”, la reazione di Giovanni Padovani dopo aver ucciso Alessandra
"Non ce l'ho con voi, ce l'ho con lei, non vedo l'ora che arrivi la polizia che voglio finire tutto". Sarebbero state queste, stando alle testimonianze di chi era presente, le prime parole di Giovanni Padovani, il giovane calciatore originario di Senigallia accusato di aver ucciso due sere fa a Bologna Alessandra Matteuzzi, 56 anni, sua ex compagna. Queste le parole che il 27enne avrebbe detto a un ragazzo, il figlio di un vicino di casa della vittima, il primo a intervenire in seguito alla brutale aggressione.
Padovani non avrebbe opposto la minima resistenza e poi, davanti agli investigatori, avrebbe ammesso le sue responsabilità. Quando i poliziotti sono arrivati sul luogo del delitto, chiamati dai vicini che hanno sentito le urla di Sandra, l’uomo era ancora lì.
Oggi il pm Domenico Ambrosino, che si occupa delle indagini, conferirà l'incarico per l'autopsia, e a breve si terrà anche l'udienza di convalida per il giovane fermato, assistito dall’avvocato Enrico Buono.
Per il momento sappiamo che la vita di Alessandra Matteuzzi è stata spezzata martedì sera davanti al portone di casa in via dell'Arcoveggio, dove l’aggressore che lei aveva denunciato per stalking la stava aspettando almeno da due ore. Pochi secondi prima di essere aggredita, la vittima era al telefono con la sorella. "È scesa dalla macchina e ha cominciato a urlare: no Giovanni, no, ti prego, aiuto. Io ero al telefono – ha raccontato la donna in lacrime ai giornalisti – ho chiamato immediatamente i carabinieri che sono arrivati subito. Io abito a 30 chilometri. Alla fine l'ha massacrata di botte”.
È stata la stessa sorella della vittima a spiegare che Alessandra e Giovanni avevano avuto una frequentazione a distanza dato che lui faceva il calciatore in Sicilia e che quindi si vedevano poco. Si conoscevano da poco più di un anno e dallo scorso gennaio lui aveva iniziato ad avere delle ossessioni verso di lei. “Lui aveva rotto piatti e bicchieri, si era arrampicato dalla terrazza, staccava la luce generale del suo appartamento, e le faceva degli agguati sulle scale”, le parole della sorella. La polizia sta ora cercando di ricostruire gli spostamenti del giovane degli ultimi giorni e anche dove abbia preso l'arma del delitto, un martello.