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“Non si sentiva tutelata, aveva paura”: il racconto a Fanpage.it della collega di Marisa Leo, uccisa dall’ex

Le parole delle Donne del Vino, associazione che promuove la cultura enogastronomica e i diritti delle donne, con cui Marisa collaborava. “Oggi per noi è un giorno molto triste: stavamo programmando il prossimo evento ed era serena”
A cura di Matteo Pelliccia
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"Si era messa da subito in evidenza per la sua acutezza e intelligenza: dicevamo sempre che per noi Marisa è luce" dice Roberta Urso, delegata per la Sicilia dell'Associazione Donne del Vino, che promuove la cultura del vino e il ruolo delle donne nella filiera produttiva enologica e nella società. "Da tempo la donna aveva avuto qualche problema, con una maternità gestita praticamente da sola: è sempre stata in prima linea nella difesa dei diritti delle donne in difficoltà e vittime di violenza".

Marisa Leo è la vittima del femminicidio commesso in provincia di Trapani, tra Marsala e Mazara del Vallo. L'omicida è l'ex compagno, il 42enne Angelo Reina, originario di Valderice, che poi si è suicidato: i due erano genitori di una bimba di tre anni. Nel 2020, la donna aveva denunciato l’ex compagno per stalking e violazione degli obblighi di assistenza familiare. Da tempo non vivevano più insieme: Marisa Leo era responsabile marketing e comunicazione della cantina Colomba Bianca, una delle principali cantine della Sicilia occidentale.

"Stavamo programmando il prossimo evento, era entusiasta"

"Ieri pomeriggio parlavo al telefono con Marisa, non più tardi delle 17, stavamo programmando la prossima tappa Mazara del Vallo di D-Vino, prevista per il 1 ottobre. Un'iniziativa creata da Marisa che facciamo da tempo per parlare di vino e dare il nostro contributo per parlare dei diritti delle donne. Era serena, stava crescendo la sua figlia di 4 anni" racconta Urso.

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"Oggi è un giorno veramente triste per noi Donne del Vino, perché già avevamo un precedente: Donatella Briosi, somelier friulana uccisa qualche anno fa dall'ex marito. Da lì abbiamo cominciato ad occuparci delle donne vittime di violenze: sull'homepage del sito abbiamo attivato una campagna, Tu non sei sola, nata nel 2019, con cui una donna in difficoltà può rivolgersi a noi. Premendo un bottone rosso si viene messi in contatto con il centro antiviolenza competente territorialmente".

L'impegno di Marisa verso le donne

"Marisa già in passato era stata protagonista di episodi di stalking: era particolarmente sensibile e vogliamo ricordarla con la sua forza e resilienza, parola che lei amava tanto. Sicuramente faremo qualcosa per ricordarla, non bastano scarpe e panchine rosse, bisogna far sì che certa gente malata non possa armarsi così facilmente e togliere la vita".

Samantha, altro membro di Donne del Vino, riassume l'impegno di Marisa Leo verso i diritti delle donne: "Consapevolezza e informazione. Marisa sognava che che tutte le donne avessero l'obiettivo del rispetto, che fossero informate e informassero a loro volta. Marisa era completamente dedita a questa attività di informazione e formazione reciproca".

"Non si sentiva al sicuro e tutelata"

"Non abbiamo mai avuto avvisaglie di un evento così tragico. Marisa spesso si diceva preoccupata, ma nessuno, in primis, non avrebbe mai pensato che tutto ciò potesse accadere. Non si sentiva però tutelata dalle istituzioni, non si sentiva al sicuro" continua Urso. "Gli episodi di stalking erano sottili, bisognava stare molto attenti per coglierli, bastavano piccole frasi e parole: è importante parlare di questi argomenti affinché le donne se ne rendano conto".

Marisa Leo, secondo Urso, recentemente avrebbe pronunciato una frase che la riassume perfettamente: "La mia essenza non è merce di scambio". Secondo la delegata siciliana, la donna "non voleva rinunciare ad essere una persona luminosa e libera: era vittima di una violenza psicologica, la bambina veniva sempre utilizzata come arma di ricatto. Lei non si sentiva tranquilla quando il padre viveva con la bambina".

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