“Non si può morire così”, parlano i familiari delle 5 vittime di Brandizzo
Mentre l'indagine su quanto accaduto a Brandizzo continua, i parenti dei 5 operai deceduti iniziano a fare i conti con le macerie delle loro famiglie distrutte. Michael, Giuseppe Sorvillo, Giuseppe Lombardo, Giuseppe Aversa e Kevin, l'operaio più giovane tra quelli morti durante la notte, stavano lavorando sui binari della ferrovia alle porte di Torino e si occupavano di manutenzione. Insieme a loro altri due operai, fortunatamente salvi.
I cinque sono morti sul colpo, travolti da un treno che andava a 160 km/h. Secondo Ferrovie dello Stato, i lavori avrebbero dovuto iniziare dopo il passaggio del convoglio. Alla base dell'incidente vi sarebbe stato quindi un errore di comunicazione tra il team di operai e quello che avrebbe dovuto informare i saldatori del passaggio del treno.
I parenti di Kevin Laganà, 22 anni: "Ora dobbiamo dirlo al padre"
"Kevin lavorava da due anni, non si può morire così" hanno dichiarato i familiari dell'operaio 22enne originario della Sicilia. Il giovane lavorava dal 2019, dopo aver preso il diploma di maturità. Da sempre molto legato al padre e alla nipotina, dedicava la maggior parte dei suoi post sui social alla famiglia.
"Adesso – continua la cugina della vittima – dobbiamo dirlo al padre e al fratello che ancora non ci credono. Kevin era una persona affettuosa e meravigliosa, educato e onesto lavoratore. Guadagnava i suoi soldi da quando aveva 18 anni, aveva un sorriso brillante e tanta voglia di vivere. Assurdo sia tutto finito così".
La cugina Cinzia ha ricordato il 22enne residente a Vercelli, ancora incredula per quanto successo al giovane. "Non ci hanno dato alcuna spiegazione per il momento. Il papà e il fratello sono distrutti e non ci vogliono credere" ha concluso in lacrime.
I familiari di Michael Zanera, 34 anni: "Un ragazzo sveglio e intelligente"
Anche i familiari di Michael Zanera hanno rilasciato delle dichiarazioni alla stampa. Del 34enne si è parlato molto: l'operaio, infatti, è l'autore della maggior parte dei video fatti alla stazione di Brandizzo e postati poco prima della tragedia. "Era un ragazzo sveglio, intelligente e gli piaceva troppo quel lavoro – ha raccontato lo zio dell'operaio -. Ci siamo sentiti recentemente, mi ha detto che doveva fare la notte. A volte faceva anche il doppio turno, così mi diceva. Glielo facevano fare perché doveva recuperare, diceva".
Lo zio ha ricordato anche l'infanzia del nipote, quando passavano i pomeriggi insieme in attesa che sua madre tornasse dal lavoro. "Quando mia sorella lavorava l'ho cresciuto io, è stato il mio primo nipote e gli volevo un sacco di bene".
"Siamo sempre usciti insieme – aggiunge -, era molto attaccato al lavoro. Un ragazzo in gamba e volenteroso, anche se sapeva che certe cose non andavano bene. Cercava di far finta di niente, si sforzava e andava avanti sul lavoro".