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“Non riesco a darmi pace”, parla la donna che uccise un pedone a Treviso

Federica Dametto parla della propria vita dopo l’incidente del 3 settembre, quello che ha causato la morte del 38enne Enrico Scarabello e il ferimento della moglie Elisa Zanardo.
A cura di Redazione
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Federica Dametto (Antenna 3).
Federica Dametto (Antenna 3).

Il 3 settembre l'auto di Federica Dametto, trentasettenne di Treviso, investì ed uccise Enrico Scarabello mentre l'uomo tornava con la moglie alla propria vettura. Intervistata da un'emittente locale, Antenna 3, la donna, nel cui corpo era stato registrato un tasso alcolico sei volte superiore al limite di legge imposto agli automobilisti, ha ammesso di non riuscire a darsi pace: "È cambiata la mia vita, quello che pensa la gente e l'opinione che io ho di me stessa".  Nell'attesa di giudizio a Federica Dametto è stato imposto obbligo di dimora, seppur con la deroga di raggiungere il posto di lavoro. Una limitazione di libertà che, come riporta la stessa accusata, "sto vivendo come una cosa che mi merito".

La donna è accusata di omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ebrezza. Starà ai giudici ricostruire la vicenda e, in particolare, la presenza o meno del reato di omissione di soccorso. Il legale della barista trevigiana ha tuttavia ricordato che l'assistita "è stata ritrovata svenuta dai carabinieri a pochi metri dal luogo dell'incidente". La pena detentiva massima in cui può incorrere Dametto è oltre dieci anni di carcere.

La dinamica dell'incidente. Enrico Scarabello, 38 anni, e la moglie Elisa Zanardo, 40, stavano tornando dal ristorante giapponese in cui avevano cenato. Attraversavano il cavalcavia di San Giuseppe a Treviso per raggiungere la propria vettura quando sopraggiungeva l'auto di Federica Dametto. L'uomo avrebbe tentato di proteggere la moglie, che comunque è stata travolta dall'auto. Elisa Zanardo è sopravvissuta, mentre Enrico Scarabello non ce l'ha fatta. L'auto di Federica Dametto è stata trovata non molto lontano dal cavalcavia e ha spiegato più volte di non essersi allontanata di proposito dal luogo dell'incidente.

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